Ha ragione Luciano Spalletti allorchè dice che ieri in serata a San Siro gli episodi ci hanno oltremodo penalizzato. Tiri, tiri in porta, xG e grandi possibilità a fine gare hanno visto in tutti i casi l’Italia prevalere sulla Germania, seppur non di troppo. Non sono dati secondari, davanti. Sono numeri che danno una lettura oggettiva della gara, spie che hanno portato il commissario tecnico a complimentarsi con la sua squadra nonostante la sconfitta: “Siamo stati molto abili a leggere il match e i nostri giocatori hanno fatto una buona partita”.
L’Italia fin dall’inizio ha capito che non poteva giocarsela sul piano del palleggio. L’ha subito consegnato alla Germania e in conclusione, a conti fatti, non è stato questo a decidere il destino. Nella prima parte della gara la squadra di Nageslmann non ha mai impensierito Donnarumma e nel secondo tempo a condannarci sono state di nuovo le palle alte. Ci ha condannato uno sbaglio di posizionamento su un cross dalla trequarti (ma perché Di Lorenzo e Bastoni si scambiavano sempre di ruolo?) e l’ennesimo subito gol da calcio piazzato. Un fondamentare su cui l’Italia difende sempre peggio…
Nel mezzo si son viste tante possibilità per l’Italia. Nella prima parte della gara Moise Kean ha avuto una grande opportunità per raddoppiare e nel secondo tempo Baumann si è superato in come minimo tre circostanze vanificando in questo modo pure l’assalto finale di Tonali e compagni dopo il gol dell’1-2 firmata Goretzka.
Dopo un disastroso Europeo l’Italia ha trovato una sua identità tattica. I tre giocatori di difesa sono le fondamenta su cui Luciano Spalletti ha ricostruito gli azzurri, una formazione che nella giornata odierna è ben diversa da quella senza capo né coda che in estate prendeva schiaffi in Germania. Eppure nella giornata odierna nonostante ciò siamo qui a raccontare della seconda sconfitta consecutiva degli azzurri. Di un qualche cosa che non accadeva da oltre dieci anni, dai tempi di Cesare Prandelli. Perché?
Molto è nella forza delle rivali. Francia e Germania sono due corazzate e la nostra Nazionale nella giornata odierna non è su questi livelli. Piuttosto, ne è tuttavia lontana. Perché passi l’identità tattica e il gioco ritrovato, passi una formazione in crescita e che tuttavia crescerà. Ma dopo la complicazione di base rimane: non abbiamo né un Musiala né un Sané. Abbiamo un team di ottimi calciatori ma per i campioni rivolgersi altrove. In maggior misura dalla cintola in su.
Questa dopo è una Nazionale giovane: ieri l’età media dell’Italia era di 25.6 anni, quella della Germania 28.8. Una differenza che s’è vista tutta nel momento decisivo della gara allorchè gli azzurri hanno mostrato il braccino e i tedeschi nessuna pietà nel capitalizzare le opportunità pronto. La rete dell’1-2 è giunto dopo che l’Italia come minimo due di volte aveva fallito il 2-1. E’ giunto sull’ennesimo calcio piazzato che patiamo e subiamo. Perché dopo è pure una questione di centimetri e pure lì torniamo agli uomini. Ai singoli calciatori. A una fisicità che calciatori come Tah, Rudiger o Goretzka hanno e noi possiamo solo ammirare.
Image:Getty
Segui le Ultime News Calciomercato Napoli
Segui le Ultime Notizie Napoli Calcio