Gian Paolo Montali, allenatore di pallavolo e dirigente italiano di lungo corso, ha conversato a Radio CRC soffermandosi in maggior misura sul Napoli di Antonio Conte in ottica dell’importantissima partita contro il Milan: “Antonio Conte è l’esempio lampante di un leader carismatico. Ha la capacità di convincere le persone a fare cose che prima non pensavano di essere di moda grado fare e di eccedere i propri limiti. Questo lo puoi fare con un solo strumento: il gioco di squadra. Antonio Conte è uno dei pochi allenatori che ha chiaro in testa questo concetto e che lo applica tutti i giorni con rigore, disciplina e impegno nel suo lavoro”.
Come vede il suo Napoli?
“Ho davvero una stima incondizionata verso il Patron Aurelio De Laurentiis: è una persona molto piacevole, gradevole e intelligente. Fra l’altro, allorchè sono andato via dalla Juventus, stavo per venire al Napoli. Ho trascorso una settimana a casa del patron del Napoli ad organizzare e a preparare la stagione successiva in cui il Napoli ha avuto come allenatore Mazzarri, Bigon come DS e Fassone come amministratore delegato nell’anno successivo”.
Il suo modo di costruire la squadra?
“Aurelio De Laurentiis mi ha sorpreso quest’anno, perché ha sempre una strategia ben chiara e precisa in testa. Nonostante ogni tanto non sembri essere tifoso e che non faccia sempre la cosa giusta per il Napoli. Lui, ma, ha dato la possibilità al popolo, ai tifosi e alla città di Napoli di avere una formazione competitiva che lotta sempre per il vertice della classifica e per ottenere massimi risultati. In una città come Napoli non è una cosa da poco. I meriti di De Laurentiis sono nettamente superiori perfino a quelle poche volte in cui le cose non sono andate come dovevano andare”.
Il delicato momento della Juventus?
“Nella parte interna della società manca una figura con una leadership forte e spiccata e una linea guida. Ciò che stupisce è che in questo periodo tutti parlano di Thiago Motta come un allenatore che non ha la juventinità nel sangue, ma non è ciò che fa la differenza. Ciò che è veramente importante è che tu abbia la mentalità vincente e quella ce l’hai pure se non hai lavorato sempre nella Juventus. Questo non riguarda solo il tecnico ma pure parecchi altri ruoli alle spalle della squadra”.
Image:Getty
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