Un gol ogni centotrentatré minuti. Non sarebbe male se non fosse la media di Luka Jovic, centravanti del Milan che è stato reiteratamente messo al bando come problema principale di un attacco che, in concreto, non ha mai contato su di lui. La scorsa stagione i suoi gol li aveva pur fatti, pure belli pesanti, in un momento in cui serviva trascinare i rossoneri di Pioli. Allorchè le altre soluzioni scarseggiavano, eccolo fare capolino e segnare nove gol, una ogni 138 minuti, di cui ben sei in campionato in ventitré presenze, quasi mai da titolare.
Quest’anno viceversa la maggior parte dei minuti li ha giocati contro il Torino, alla prima giornata, allorchè le cose erano in movimento. Morata e Abraham per dirne due, salvo dopo uscire completamente dai radar se non per qualche sporadica prestazione qui e là. A gennaio ha riferito no al Monza e allo Spartak Mosca, che avevano avanzato una proposta per portare il serbo nella capitale russa. Nulla da fare, l’ex Real Madrid e Fiorentina ha preso la decisione di rifiutare tutti, convinto di poter dare tuttavia tanto alla squadra di Conceicao.
Contro il Napoli con tutta probabilità ha fatto comprendere il perché. Gol in anticipo sull’acquisto invernale Santiago Gimenez, botta da fuori che paralizza Meret ma che finisce larga. Più altri due guizzi interessanti. Perché Jovic potrebbe pure essere utile, a patto che possa giocare da seconda punta. Al Milan quest’opzione non l’ha mai avuta.
Image:Getty
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