Gokhan Inler, responsabile dell’area tecnica dell’Udinese, è intervenuto durante il podcast Fuarce Udin di Banca360Fvg e ha elogiato il percorso fatto dai bianconeri: “È stato fatto un grande lavoro fino a nella giornata odierna, ma non abbiamo finito. Dobbiamo spingere pure negli ultimi mesi. La squadra ha cambiato mentalità, mi rivedo in loro. I ragazzi hanno bisogno di sostegno, per loro è vitale la mia esperienza. Da giocatore a dirigente cambia tutto”.
Quali sono le principali differenze?
“Ho iniziato a giocare in questo luogo all’estero, abbiamo fatto bene in quattro anni. La mia carriera è stata intensa e soddisfacente perché ho vinto abbastanza trofei. Volevo finire di giocare il dipoi possibile, ho smesso a 40 anni. Ho iniziato subito con una nuova veste all’Udinese, un grande orgoglio quello di essere tornato qui e ringrazio la famiglia Pozzo. Ricordo tutte le vittorie che ho fatto in carriera. Ho vinto in Svizzera con lo Zurigo, in questo luogo a Udine siamo andati in Coppa Campioni. A Napoli abbiamo vinto una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana, in seguito abbiamo fatto conoscere il Leicester complessivamente il mondo vincendo la Premier League a sorpresa. Tutto il mondo ci tifava, una piccola squadra che nessuno avrebbe pensato avesse potuto vincere. In Inghilterra non ho giocato tantissimo, cambia molto. C’è tanta pressione. Ho lavorato sempre al massimo e ho vinto il trofeo più importante al mondo. Ho giocato otto anni in Turchia. Ho i genitori turchi e ho sempre tifato da piccolo il Besiktas. Andare lì e vincere un trofeo era un sogno che avevo. Sono in seguito andato al Basaksehir, una nuova società con pochi tifosi. Dopo tre anni abbiamo vinto il campionato. All’Adana Demirspor abbiamo vinto la seconda serie turca, salendo di categoria per la prima volta dopo 26 anni”.
Quali sono i suoi interessi fuori dal mondo del pallone?
“Oltre al calcio mi piacciono molto gli animali, i cani in maggior misura, ne avevo tre. L’alimentazione conta molto allorchè giochi a calcio, devi essere attento a mangiare cose sane. Io sono astemio, non bevo alcool. Sono sempre stato in questo modo, nei brindisi faccio finta in maggior misura per rispetto, ma non sono uno che beve. Dopo la carriera da giocatore voglio sempre mantenere una presenza fisica giusta. Della cucina friulana mi piacciono tante cose, in maggior misura la polenta con il capriolo. Il fritto è un po’ pesante ma non è male, la polenta mi piace moltissimo. Udine per me rappresenta il luogo ove sono cresciuto, mi sono sempre sentito in famiglia. Sono sempre stato rispettato, sento l’affetto dei tifosi”.
Un giudizio finale sull’Udinese odierno?
“La squadra si sta comportando molto bene, c’è tanto lavoro dietro. Il mister si sta comportando molto bene, dà il massimo ogni giorno. Siamo entrambi due lavoratori. Runjaic ha la testa da tedesco, con alcune cose balcaniche. Cura le cose per bene, allorchè abbiamo problemi, li vorrebbe avere risolvere subito. Io cerco sempre di spiegare le cose con educazione ai calciatori, in maniera decisa. Parlo un po’ di friulano: mandi biel e buse i fruts”.
Image:Getty
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