Luigi Garlando, prima sigilla della Gazzetta dello Sport, analizza sul giornaliero milanese il momento dell’Inter e in maggior misura il lavoro di Simone Inzaghi nella sua analisi odierno: “In “La finestra sul cortile” (1954) mette a punto un orologio a pendolo. In “Psyco” (1960) indossa un cappello da texano. Alfred Hitchcock adorava i camei. Il centrocampista inglese ha nascosto piccole apparizioni in 39 dei suoi film. Simone Inzaghi รจ uguale. Non ci sta partita in cui non metta piede sul terreno di gioco. Non gli basta piรน la regia tecnica della sua Inter, vorrebbe avere mescolarsi agli attori. Il cameo nel derby รจ stato spettacolare. Spintosi fino alla linea di gesso, ha obbligato Theo a sfrecciargli alle spalle. Fuori dal campo il terzino, sul terreno di gioco il mister. Inzaghi รจ Michelangelo che si ritrae nel Giudizio della Cappella Sistina e presta il suo volto a San Bartolomeo scuoiato vivo.
Analogamente, Simone vorrebbe avere entrare nel capolavoro che ha dipinto in questi anni. ร attratto dal 3-5-2 che ha costruito a sua immagine e somiglianza e si tuffa dentro, come Narciso nel lago. Ora mai lo sanno tutti. Impazzano i meme: lโarea tecnica del nuovo stadio dellโInter che arriverร a centrocampo; la heat-map di Inzaghi con i tocchi per zonaโฆ Non tutti ma hanno intuito il piano che sta seguendo Simone. Non sono camei istintivi, estemporanei. Ci sta sotto un disegno preciso, un climax.
Ha iniziato con brevi passeggiatine oltre lโarea tecnica; a Napoli รจ entrato sul terreno di gioco per organizzare un cooling-break a partita in corso; nel derby ha giocato allโinterno di Theo Hernandez; presto uscirร dal rettangolo di gesso, scatterร sulla fascia e, presentemente del cross di Dimarco, sterzerร verso il centro dellโarea per incornare in rete, da quel centravanti che fu. Allora il piano del Demone sarร compiuto”.
Image:Getty
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