Non ti fermare, Mirandés! Sempre più forte si fa il sostegno e la simpatia dall’Italia per il piccolo club spagnolo allenato da un giovane tecnico italiano, il 39enne Alessio Lisci, che sta provando a centrare un’impresa unica nella propria storia, quella di centrare la sua prima promozione in Liga. Attualmente con i suoi 58 punti sarebbe ammesso ai playoff, ma dista un solo punto dal secondo posto (e solo due dal primo) che garantirebbe l’accesso diretto alla competizione principale iberica e domani farà visita al Real Saragozza.
La redazione di TuttoMercatoWeb ha raggiunto proprio Alessio Lisci – che in Italia è partito come preparatore nelle giovanili della Lazio – per farsi raccontare il percorso fatto sia personalmente in Spagna, partendo dal Levante, che quest’anno con il Mirandés. Percorso che ha dell’incredibile per le condizioni nelle quali è nato, come minimo proibitive pure solo per pensare di conquistare l’obiettivo reale che era stato prefissato dal club in estate: quello della salvezza in Segunda Division.
Partiamo dalla suo approdo in Spagna e dalla ‘scalata’ al Levante. Ce la racconta?
“Ho iniziato facendo un tirocinio con la Primavera, dopo da lì ho iniziato a lavorare nel settore giovanile, dal calcio a 8, fino ad arrivare ad allenare la prima squadra facendo tutta la trafila. Un’esperienza importante poichè è stata la prima in una prima squadra, per giunta in Liga”.
Com’è stato battere l’Atletico di Diego Simeone al Wanda Metropolitano?
“E’ stato molto bello. Più che per Simeone che è un grandissimo allenatore, per il modo con il quale abbiamo vinto, senza praticamente soffrire mai. Allorchè lavori bene arrivi a toglierti belle soddisfazioni, quell’anno abbiamo battuto pure il Villarreal che aveva appena eliminato la Juventus in Coppa Campioni, la Real Sociedad che stava facendo un grandissimo campionato. In seguito con le grandi devi avere pure la fortuna che non siano in giornata, o di incontrarle allorchè hanno incontri europei ravvicinati che le possano distrarre. E’ un mix di cose: bisogna lavorare bene e sforzarsi di fare la tua partita ovunque. Facevamo un calcio a tratti bello e simile a quello del Mirandes di quest’anno”.
Image:Getty
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