Un assunto tanto semplice quanto inevitabile: il calcio non è una scienza esatta. Si possono analizzare l’andamento di una formazione e le sue prestazioni tramite dati, statistiche e numeri di ogni genere, ma ogni partita racconta una storia a sé, e il risultato finale può smentire le previsioni della vigilia.
Ecco il punto. Che la Roma potesse ambire a un posto fra le grandi d’Europa, lo scorso novembre, sembrava più una battuta da bar che un’ipotesi concreta. Certo, il mercato di gennaio avrebbe potuto offrire qualche rinforzo, ma in fin dei conti pure un settimo posto avrebbe potuto strappare una smorfia che, con un po’ di fantasia, ricordava un sorriso. Per quanto tuttavia distante da esserlo davvero.
Dopo è giunto Ranieri, il tecnico-miracolista per antonomasia, e qualche cosa è cambiato. Pure se l’inizio della sua nuova avventura non è stato dei più promettenti – le sconfitte contro Atalanta, Napoli e Como parlano chiaro – nella giornata odierna si può affermare con certezza che pure quegli inciampi sono serviti. Hanno indicato, ciò che questa Roma non deve fare.
E in questo modo, da quel “Dicembre ci dirà chi siamo”, la musica è cambiata. Il 2025 ha sancito che, pur con interpreti rimasti sostanzialmente gli stessi, i risultati possono essere radicalmente diversi. Su 16 gare disputate, ben 12 sono state vinte, e i 4 pareggi sono arrivati contro squadre di alta classifica. A coronare questo percorso, un primato chiaro: la Roma ha la miglior difesa d’Europa nel nuovo anno con solo 8 gol subite. Fra le big, il PSG ha subìto 20 gol, il Bayern Monaco 16, il Liverpool 15, mentre il Barcellona si è fermato a 10.
Image:Getty
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