Tre sconfitte consecutive, addio al triplete e con tutta probabilità pure al “semplice” scudetto. L’Inter arrivava a Barcellona come se fosse l’ultima ragazza al ballo del liceo, e viceversa avevano ragione i giornalisti spagnoli, che guardavano gli italiani come fossero degli alieni perché descrivevano una semifinalista di Coppa Campioni come l’armata Brancaleone.
Alla faccia dei tre ko di fila. E viceversa, più del tacco di Thuram e della doppietta di Dumfries, è proprio la risposta la cosa migliore che Simone Inzaghi si porta dietro da Montjuic. La sua Inter ci sta, ha fame – magari non tanto ossigeno – e non è a questa fase della competizione accidentalmente. In novanta minuti ha subito oltre il 50% di gol in più rispetto al resto della Champions.
Adesso deve scegliere. Detto che i nerazzurri scenderanno sul terreno di gioco con l’Hellas conoscendo il risultato del Napoli a Lecce, e che lo stesso Inzaghi in conferenza stampa ha assicurato che “giocheremo nel migliore dei modi”, dopo una gara in questo modo, dopo una Champions in questo modo, dopo che lo scudetto ha preso la strada del Golfo, ci sta da scegliere. Al ritorno saranno assenti Lautaro e Pavard, alcuni calciatori (Dimarco su tutti) sono in palese riserva. Non è più il tempo di inseguire parecchi sogni di gloria, ce n’è uno gigante in una finale di Monaco circa alla portata. E per una sera, chi suggerisce di schierare la Primavera forse esagera ma non dice una castroneria.
Image:Getty
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