Paolo Condò, nel suo editoriale per il Corriere della Sera, analizza in questo modo l’ammucchiata Champions che è scaturita dai risultati di ieri: “Nella prima parte della gara del match di ieri in serata abbiamo paradossalmente pensato che Lilian e Sandra Thuram non si sarebbero dovuti fermare a due figli, perché la rete e il recital di Kephren stavano spingendo la Juve esattamente come Marcus aveva fatto con l’Inter a Barcellona. Mica corretto che soltanto due club — peraltro i più bravi a crederci — possano godere dei frutti di cotanta famiglia. Dopo il Bologna ha pareggiato la grande intensità bianconera e, così, il punteggio in uno scontro diretto giocato a più non posso, e che consegna al rettilineo d’arrivo una classifica più che intasata in zona Champions.
Cinque gare (su 9) concluse 1-0 descrivono un finale di lotta assai più che di governo. La battaglia infuria a ogni livello del torneo, e a tre gare dal termine pochi hanno qualche cosa da gestire: corretto il Napoli, capace di conservare il bonus di un pari che rende impervia la rincorsa dell’Inter, e l’Atalanta, che dopo essere stata riassorbita ha prodotto un nuovo scatto — 10 punti in 4 partite — e a Monza ha finito di restituire al suo terzo posto un margine rassicurante.
Il resto è la mischia furibonda peri posti europei, con una o forse due (chi vince la Coppa Italia guadagna un passaporto) destinate a rimanere fuori da tutto, e con distanze in questo modo minime non sarà divertente. È il segmento di classifica più combattuto ed eccitante, pure perché gli scontri diretti si susseguono — ne restano tre — e solo l’ultima tappa sarà pianeggiante. Prima dell’ordalia di Bologna la giornata 35 era vissuta sullo sforzo estremo delle squadre romane per rimanere aggrappate al treno della Champions”.
Image:Getty
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