Leonardo Spinazzola, esterno del Napoli, che ha giocato quest’anno pure nel tridente offensivo, è stato il protagonista dell’intervista organizzata dal club per il format Drive&Talk: “La mia routine è molto semplice, mi sveglio alle 7, prepariamo i bimbi per portarli a scuola, dopo li porto a scuola e se ho allenamento la mattina vado direttamente due ore prima al campo e dopo sto fino alle 15, fino a che i bimbi non escono dalla scuola. E dopo li vado a riprendere. Praticamente tutta la mia giornata è bimbi e calcio”.
Com’è Napoli?
“Questa vista è una meraviglia. Ogni giorno che passa, sempre ancora. E dopo c’è quel fatto che a seconda di come cambia il tempo pare sempre un quadro diverso. Una roba imbarazzante. E dopo ogni giorno che faccio queste strade, che faccio queste curve, è tuttavia più bello. Te lo giuro, sono quasi innamorato. Io rientro a casa, pure se ho avuto una giornata un pochino in questo modo, un po’ più nervosa, rientro a casa fra i bimbi, fra mia moglie e dopo apro la finestra… Bellissimo, una meraviglia”.
Allorchè è con i bambini cosa fate?
“Con i bambini in macchina ascoltiamo musica, ma noi proprio in casa, io ho YouTube sempre fisso. In seguito si gioca con la palla, i colori, tutto. Ma ci deve stare la musica sotto, perché sennò non è casa nostra. Svegli tu loro o sono loro che svegliano te? Miriam è mia moglie, sveglia diciamo tutti. In seguito io li ascolto mentre si cambiano, li ascolto, ma sono tuttavia sdraiato, ci metto tipo dieci minuti per alzarmi. Viceversa allorchè Miriam veste Sofia e vanno di là a fare colazione, lì mi alzo anch’io, che saranno le 7:10. Mi alzo anch’io, caffettino. Io non mangio all’inizio. Ho bisogno di quell’oretta per farmi venire in fame. Caffettino e dopo terrazzo. Sto lì 5 minuti. Se c’è il sole, fisso il sole. È uno dei momenti più belli. Io non sono abituato a svegliarmi alle 7. Ma neanche allorchè andavo a scuola io mi svegliavo alle 7. (3:50) Io mi svegliavo alle 7:30 per andare a scuola. Stavo a cento metri dalla scuola, per questo non ci voleva nulla. I primi tempi la sveglia era alle 6:50 perché ci dovevamo pure abituare alla strada, no? E non era a noi noto, non era a noi noto nulla. E per questo ci svegliavamo alle 6:50. Mamma mia. La prima volta ho alzato la tapparella e ho detto no, bellissimo. Bellissimo. L’alba era incredibile”.
Suo figlio immagina cosa vorrebbe fare da grande?
“Lui è innamorato follemente del calcio, ma proprio a livelli incredibili. Per me è importante che fa sport. Se è contento, deve fare ciò che gli piace fare. Lui è libero, io lo lascio libero. Voglio che i miei bambini facciano sport per una questione di crescita in generale. Perché con lo sport, secondo il mio parere, impari il rispetto per gli altri, a relazionarti con altri bimbi, a fare condivisione, a superare le complicazioni, pure con le altre persone, con tutti. E pure con te stesso. Perché io lo vedo. Lui deve essere perfetto. Vorrebbe avere primeggiare. È un bene, ma deve comprendere che si può sbagliare. Sbagliare è ciò che ti insegna a crescere, effettivamente. Io lo dico tutti i giorni. Che dopo lui, poichè è stato sempre grandissimo, poichè è stato sempre sveglissimo, ma proprio sveglio tanto, e allorchè aveva 3 anni, per noi sembrava che ne avesse già 6-7. E alcune volte lo trattavamo come un bimbo di 6-7 anni. Ma dopo, pensavo, ha tre anni. Ma pure ora…Se andiamo io e i miei amici a cena, lui può venire tranquillamente. Lui è stato sempre in questo modo, proprio già da piccolo si vedeva. Ma allorchè ha fatto, diciamo, uno switch, è dopo l’Europeo, da lì è cambiato. Io sono tornato dopo 40 giorni ed era un altro bambino. Competitivo a livelli imbarazzanti. Ma fin dall’inizio, a tre anni mi sfidava. Lui è buono, buonissimo, dolcissimo, sorridente, monello. Uno scugnizzo. Per me basta che sono felici, dopo possono fare ciò che gli va bene. Basta che hanno la luce negli occhi. Ma devono essere pure grati di ciò che hanno, di ciò che non hanno, di ciò che desiderano e che non possono avere subito. Il tutto e subito, non aiuta nessuno. In seguito ora è molto complicato. I bambini ora hanno tutto. Cioè tutto e il nulla. Noi avevamo tutto. Io avevo tutto. Una famiglia per bene, una famiglia che mi amava”.
Image:Getty
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