Raffaele Di Fusco è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Di Fusco da giocatore ha militato nel Torino dal 1990 al 1993 e in seguito divenuto allenatore nella stagione 2010-2011 è stato il preparatore dei portieri granata e successivamente dal 2013 al 2015 del Lecce. Con lui abbiamo parlato della sfida di questa sera fra salentini e granata.
A due gare dal termine del campionato il Torino, che è all’11esimo posto, affronterà in trasferta il Lecce che sta lottando per non retrocedere. Le due squadre hanno motivazioni molto diverse, che cosa ci si può attendere?
“Il Lecce non gioca tanto male rispetto a chi sta lottando per la salvezza, ma allorchè si affrontano squadre in questo modo e vengono a mancare solo due gare tutto sommato la squadra avversaria sono agguerriti. Tuttavia se il Torino riuscirà ad esprimere il proprio valore è senza ombra di dubbio superiore al Lecce come dimostrano pure i 16 punti di differenza. Ad ogni modo allorchè a due partite dal termine si hanno queste posizioni in classifica significa che questo è il reale valore per cui se il Toro fa il Toro può fare risultato a Lecce, non tranquillamente ma deve mettere sul terreno di gioco tutte le qualità che ha affinché la partita vada in il signor modo. Stessa cosa ma deve fare il Lecce”.
Il Torino fin dal momento in cui aritmeticamente è stato salvo ha un po’ mollato, in maggior misura nelle ultime gare, perché secondo Lei?
“Ho visto perché il Toro lo seguo abbastanza. Non è facile per i calciatori esprimersi al 100% allorchè si è “sereni”. Da tempo la piazza contesta Cairo e così i calciatori non stanno in un ambiente tranquillo ove riescono ad esprimersi al massimo. Per cui avendo raggiunto una posizione di classifica tranquilla questo ha fatto sì che sia subentrata un po’ di deconcentrazione, non dovrebbe capitare perché lo sport e l’agonismo è voler vincere sempre ma ci sta allorchè l’ambiente non è tranquillo e non si hanno obiettivi importanti da poter conquistare qualche cosa nella testa dei calciatori può succedere”.
I tifosi contestano Cairo e la dirigenza, ma non la squadra, magari qualche fischio a fronte di prestazioni non all’altezza ma niente più. L’allenatore e i calciatori sono sempre stati sostenuti.
“Non voglio non mettermi nei panni dei tifosi, ma bisogna pensare diversamente. Se non ci fosse alcuna contestazione e i tifosi fossero entusiasti la squadra andrebbe meglio, questo vale in ogni parte non sto disquisendo dello specifico del Torino. Mercoledì parlavo del Napoli a Radio Kiss Kiss e si diceva che per conquistare obiettivi importanti ci vogliono quattro fattori: società, team tecnico, squadra e tifosi. Se manca una di queste quattro componenti qualcosina la si perde e sappiamo quanto è importante nella testa dei calciatori il tifo. Lo si mette sempre un po’ da parte, ma il tifo è molto importante dal parere psicologico per i calciatori nei momenti difficili. Al Torino la squadra è in una posizione tranquilla e molla un poco e in più ci stanno malumori … La squadra sarà rimasta tranquilla allorchè avrà visto per strada 20000 persone che contestavano? No, per questa ragione ci sta che il Toro possa fare qualcosina in meno rispetto a un ambiente agguerrito come sarà quello del Lecce. Allorchè si lotta per non retrocedere si deve grattare il fondo per cercare tutte le forze possibili”.
Lei è un portiere, Milinkovic-Savic nelle ultime due stagioni e nello specifico in questa è migliorato parecchio, cosa pensa di lui?
“E’ un portiere proporzionato gli obiettivi della società. E’ un buon portiere per ciò che è il Toro”.
Vanja ora è accostato al Napoli e a squadre della Premier come il Manchester United, ma se lei fosse suo amico e lui le chiedesse rimango al Torino o vado a tentare la fortuna altrove che cosa gli consiglierebbe?
“Non lo vedo come portiere di una quadra che vince la Champions e il Manchester lotta finalizzato alla vittoria questo. Tuttavia negli ultimi due anni è maturato molto, è meno sbarazzino e pazzerello ed è più continuo. Ripeto, è un buon portiere, non un grande. E in seguito dipende da cosa cercano le squadre. Non so se sia accostato al Napoli, ma ci potrebbe stare ma scaturirà da Conte ammesso che rimanga. Rispetto a tre stagioni fa è un altro portiere, questo è innegabile.
E’ più continuo, si muove meglio nell’area ed è migliorato pure dal parere tecnico e mi riferisco alle braccia e non alle gambe”.
Conseguentemente gli consiglierebbe di restare al Torino?
“Non mi permetto di dare consigli, ma se ti chiama il Manchester per fare il titolare come fai a negare? Stessa cosa varrebbe per il Napoli che farà la Champions. Io al suo posto me l’andrei a giocare, ma se dovessi andare in una di queste squadre e giocare una partita all’anno o al più fare la Coppa Italia allora ci penserei. Ma si tratta di scelte personali. A parità di ruolo non ci sta storia”.
Vanoli dice che bisogna procedere nel percorso che si è intrapreso e fare lo step in più, ma lo step per il Torino è disputare le coppe europee. Ma cosa manca al Torino per riuscirci?
“Servano calciatori che permettono di farlo. Non mi permetto di dire chi manca, ma senza ombra di dubbio ciò che ti porta a un posto utile per l’Europa è la qualità. Non si arriva a disputare le coppe solo con la quantità o con la grinta Toro perché oltre a questo serve appunto la qualità. Tutti hanno dal momento che cosa questa stagione ha premiato il Bologna, ma con le debite proporzioni pure la Fiorentina, il Parma e il Como. Il Como non ha una formazione fisica ma ha qualità. Ed è la qualità che porta a traguardi ambiziosi. E’ vero che il Como fra mercato estivo e invernale ha speso 100 milioni di euro ed è giunto al 10° posto, ma stiamo disquisendo di una neopromossa che ha dovuto rifondare la squadra per adeguarla alla Serie A. Il Toto viceversa non deve rifondare il team, ma se non investe nel mercato 70-80 mln, come minimo, diventa dura arrivare a lottare per disputare le coppe europee. La qualità costa. Il Toro non deve prendere Maradona, buon anima, ma se hai come obiettivo le coppe devi vere un programma. Non so se Cairo abbia fatto un programma biennale o triennale, ma dal momento che non si possono spendere 150 mln annualmente ne spendo 60 per aggiungere tasselli e in tre allestisco la squadra per le coppe. Questo si fa allorchè si programma. Non si deve solo immettere qualità, ma bisogna pure tenere i calciatori migliori e se ho questo tipo di programma allora tengo Ricci e Milinkovic-Savic e non altri per sostituirli che non si sa se sono per lo meno come loro. Ma se non fai in questo modo resti a metà classifica e devi sperare in una grande annata che con una formazione normale riesci a fare un gran campionato e ti va bene, ma questa è l’eccezione che non fa parte di una programmazione. In un caso in questo modo è la bravura dei calciatori e dell’allenatore che riescono a mettere sul terreno di gioco le idee. Nel calcio senza organizzazione e programmazione non si vince, ci può essere l’eccezione ma non è la regola”.
Un pronostico per la sfida di questa sera?
“Nessun pronostico, è una partita completamente aperta ove può succedere qualsiasi cosa, come in tante altre gare e non soltanto in quelle che lottano per non retrocedere perché vale pure per chi lotta per lo scudetto, il Parma non è facile da affrontare in casa sua e questo vale per il Napoli, ma è lo stesso per l’Inter che riceve la Lazio. Le ultime due giornate di campionato sono difficili se lotto per il vertice o per non retrocedere. Ecco perché dico che fra Lecce e Torino la sfida è aperta purchessia risultato. L’approccio sarà molto importante e penso che il Lecce partirà a 3000 poiché deve dare subito l’impronta all’incontro. Se il Toro riuscirà a reggere il colpo e in seguito a reagire magari porta a casa punti, ma è aperta a tutto”.
Image:Getty
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