Samuele Ricci, metodista del Torino e dell’Italia, durante la sua intervista a Vivo Azzurro Tv, ha disquisito pure della Nazionale: “È consapevole delle proprie potenzialità, è matura e, pure se ci sono molti giovani, parecchi giocano già ad alti livelli. Per come la vivo io imparo tanto da calciatori che giocano in squadre molto importanti e fanno la Champions, pure nelle piccole cose come la palestra e il recupero. Cerco di trarre beneficio da ogni singola cosa. Stiamo facendo vedere che abbiamo grandi potenzialità”.
Con l’Italia viceversa che cosa ha vissuto di bello?
“Con la Nazionale ho sempre avuto un rapporto bellissimo, c’è un legame particolare, molto bello e molto sentito. Sono partito dall’Under 17 fino ad arrivare qui… Mi chiamò Mancini, fu molto bello perché pure inaspettato. Da lì ho proseguito pure con Spalletti, con entrambi si è creato subito un bellissimo rapporto. Ora devo dare continuità e proseguire a lavorare come sto facendo”.
Che ricordi ha dei suoi primi calci?
“Tutto è iniziato a 5-6 anni, chiesi a mamma di portarmi a giocare con i miei amici che già giocavano e verso i 9-10 anni mi visionò l’Empoli. Non poteva esserci decisione migliore, ho fatto tutta la trafila fino alla Serie B e alla Serie A”.
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Image:Getty
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