Luciano Spalletti dopo la gara di ieri in serata non può che ritrovarsi sulla graticola. Alla fine dell’incontro il commissario tecnico ha confermato la volontà di avanzare, mentre la Federazione s’è trincerata dietro a un rumoroso silenzio pure se forse, mai come questa volta, sarebbe stato necessario spiegare. Fra un paio di giorni ci sarà la partita contro la Moldova, dopo forse sarà tempo di pubbliche analisi. Sicuramente di confronti. L’ha chiesto pure il CT che vorrebbe avere sapersi ribadire la fiducia. “C’è bisogno che parli ogni cosa col patron Gravina. Lui mi ha dato la possibilità di essere CT e lo ringrazierò sempre, dopo lui può fare ciò che gli pare. A questo punto devo pensare a questo match e dopo parlerò con Gravina”.
Cosa dirà Gravina in quel colloquio non è dato sapersi. Di certo la sua faccia e quella dei suoi collaboratori ieri in serata era tutto un programma. Perché questa sconfitta apre nuovamente – in maniera quasi inevitabile – la porta a quei play-off che ci hanno già condannato due volte. Gravina in quel colloquio avrà il dovere di analizzare il cammino di Spalletti a tutto tondo, il percorso di un tecnico che ha raccolto l’eredità di Mancini nell’estate 2023 e in 23 gare ne ha vinte meno della metà. Ha condotto l’Italia all’Europeo ma dopo in Germania la sua Nazionale è stata una delle peggiori della competizione. Ieri in serata ha perso la sfida più importante di questo 2025.
Non è escluso ora nessuno scenario, lo sa pure Spalletti allorchè dice che lui sente l’esigenza di doversi confrontare: “Ma dopo Gravina può fare ciò che gli pare”. Pure esonerarlo. Ma chi nella giornata odierna potrebbe prendere il suo posto?
Proprio ieri Roberto Mancini ha già dichiarato diverse volte di essersi pentito di aver lasciato la Nazionale, di aver gestito male le incomprensioni con Gravina. E’ il commissario tecnico che ci ha regalato l’unica grande gioia in un quadro desolante da troppi anni, ma Gravina quasi due anni fa prese malissimo la decisione di Mancini di lasciare l’Italia per l’Arabia. E’ una di quelle ferite difficili da risanare.
Peccato aver perso nelle ultime settimane due profili che sarebbero stati perfetti per tale motivo ruolo: Massimiliano Allegri e Carlo Ancelotti. Restano i campioni del 2006 che tuttavia non hanno grande esperienza in panchina. Fra tutti Fabio Cannavaro per quanto ha rappresentato per l’Italia sarebbe con tutta probabilità il profilo migliore. Ma ci sono pure Gennaro Gattuso, Alberto Gilardino e (ma qui siamo alle firme col Dubai United) Andrea Pirlo. C’è un altro allenatore da 30 gare con l’Italia come Thiago Motta.
Questa estate dopo un anno in Arabia Saudita può liberarsi Stefano Pioli: è una possibilità da osservare. Pure se nella giornata odierna il nome che mette d’accordo tutti, tifosi e addetti ai lavori, è quello di Claudio Ranieri. Fino a ieri allenatore della Roma e nella giornata odierna dirigente della società giallorossa, ha sostenuto di aver smesso di allenare dopo l’ultima stagione ma un suo nuovo strappo alla regola per questa Italia in imbarazzo potrebbe trasformarsi nella nostra scialuppa di salvataggio. E dopo meno di un anno fa disse che gli sarebbe piaciuto vestire i panni del commissario tecnico: se l’Italia chiama, quantomeno ci pensa.
Image:Getty
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