Andrea Carnevale, intervistato dall’edizione di oggi della Gazzetta dello Sport, ha conversato del suo passato e di Diego Armando Maradona: “Un genio. Il miglior regalo che potesse capitarmi – ha esordito l’ex giocatore di Roma e Napoli -. Un giorno giocavamo contro l’Ascoli, eravamo primi, i tifosi fischiavano. Io facevo fatica, lui mi venne vicino e mi disse ‘a questo punto segni’. Una pacca sulla spalla e andò. Feci gol, mandai a quel paese il pubblico che ci fischiava, dopo mi scusai. E vincemmo.
La Roma? Che bello arrivare lì: volevo andarci e il patron Viola mi voleva fortemente – ha proseguito -. In seguito tuttavia è capitato quell’episodio del doping per una cazzata mia e mi sono preso tutte le responsabilità con la squalifica di un anno. Ho subito un po’ la sorte di Sinner; condannati per uno zero-virgola per cento.
La Nazionale un rimpianto? Un rimpianto che non riesco a togliermi di dosso. Mi ero preparato bene al Mondiale, dopo contro l’Austria mi sono capitate due di palle facili e finalmente il mio posto l’ha preso il mio amico Schillaci – ha concluso Carnevale -. Mi ha rubato il posto ma se l’era sacrosanto quel Mondiale. Il ‘vaffa’ a Vicini tuttavia mi tormento”.
Image:Getty
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