Operazione o terapia conservativa? È questo il grande dubbio di Romelu Lukaku, bomber del Napoli che sarà obbligato ad un lungo stop. Dopo l’infortunio il centravanti belga si è confrontato con il dottor Canonico, medico che guida lo gruppo sanitario del Napoli. Il centravanti belga sarà obbligato a saltare come minimo una ventina di gare (14-15 di campionato, 6 diChampions) e il sogno umanissimo per chiunque, in situazioni del genere, è abbracciare il percorso più corto, ammesso che esista.
Terapia conservativa al posto dell’operazione?
Lukaku vorrebbe evitaredi entrare insala operatoria, non impazzisce all’idea di un intervento chirurgico, spera che la terapia conservativa faccia effetto, e per ora, dopo si sa che le notti portano sempre (altri) consigli, si vedrà. Come si legge sulle pagine de La Gazzetta dello Sport la decisione, chiaramente, non è definitiva, non può tuttavia esserlo,perché s’impone ora una meditazione prolungata, un dialogo con il Napoli, eventualmente pure con i dottori che gli sono stati al fianco per anni nella sua carriera in Nazionale, con tutti quelli che sono in grado di suggerire una opzione, e in maggior misura con se stesso.
L’infortunio
Lo strappo è giunto in Napoli-Olympiacos, allorchè ha avvertito il corpo tradirlo e lo ha riassunto in una frase secca: “Ho sentito saltare”. Da quell’istante Lukaku ha capito che la sua stagione dovrà passare da una finestra grande di riabilitazione. Sa che potrebbe rimanere fuori dalle liste, di campionato e Champions: inserire un giocatore fuori causa per infortunio non ha senso. Eppure l’ottimismo rimane una terapia: Romelu sogna di ridurre la prognosi, di rientrare prima di quanto i protocolli concedano a chi si è strappato in quel modo. Ora, dal momento in cui sceglierà la strada, serviranno forse cento giorni per tornare a credersi il centro di gravità del Napoli. Intanto lotta con un sospetto che diventa paura: e se la terapia conservativa non funzionasse? E se si bruciassero settimane preziose, per dopo dover ad ogni modo finire sotto i ferri? È lo scenario che nella giornata odierna scarta, quasi senza se e senza ma. Ma prendersi tuttavia qualche a questo punto, concedersi tempo, ha un senso.
Image:Getty
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