È stata una conferenza stampa di fine mercato piuttosto contenuta quella fatta nella giornata di ieri dal DS della Fiorentina Daniele Pradè. Chi si aspettava un clima frizzantino e un po’ sopra le righe, sulla scia di quanto successo lo scorso maggio, sarà rimasto deluso, considerato che il dirigente è sempre rimasto molto pacato, sereno e ha avuto modo di fare pure qualche battuta (“Fagiolino” che diventa “Fagiolone” è già una frase cult). Certo,’ titoli’ – come si usa dire in linguaggio giornalistico – roboanti non ce ne sono stati, ma il direttore sportivo ha compensato offrendo parecchi spunti di riflessione. Innanzitutto l’ammissione di aver pensato di retrocedere a seguito della richiesta di dimissioni della Fiesole. “Cosa mi ha spinto a restare? – ha dopo svelato Pradè -, La grandissima fiducia del nostro patron e la compattezza che ha questa società. Ho una sintonia totale con tutti i membri della Fiorentina”. Un comunicato che arrivò in seguito alle dimissioni di Raffaele Palladino, al quale il dirigente ha voluto tendere una mano: “Aveva fatto un ottimo lavoro. Io sono stato troppo entrante in certe possibilità ma è pure il mio lavoro dare degli stimoli e delle scosse”. L’allenatore napoletano, tuttavia, fa parte del passato, e a questo punto il presente è Stefano Pioli: “Lo abbiamo chiamato il giorno dopo le dimissioni. Non abbiamo mai sondato altri allenatori. Lui ci ha dato carta bianca e ci sta stata una stretta di mano virtuale”.
Il lavoro, ha assicurato Pradè, è stato fatto in totale sintonia con l’allenatore parmigiano, e ha portato diversi nuovi innesti. “Nella giornata odierna il valore della squadra è raddoppiato. Non ci sono stati acquisti mancati. Sono stati spesi 92 milioni”. Fra questi il grande punto interrogativo rimane sui 25 più bonus spesi per Piccoli, una cifra che viceversa, Pradè ha giudicato in linea col mercato odierno: “Angelozzi e Giulini ci hanno chiesto 30 milioni, dopo lunghi sforzi con il passare del tempo siamo scesi a 25, che è una cifra bassa per un centravanti”. Mentre fra i calciatori che dopo lunghi sforzi non sono arrivati, l’operazione Lindelof era legata ad una possibile cessione di Comuzzo, su Ceballos niente di concreto, mentre per Kessie una chiacchierata esplorativa con il calciatore – che gradiva il ritorno in Europa – ma per cui c’erano condizioni impossibili da conquistare.
Un tema sicuramente toccato è stata la permanenza di Moise Kean: un rinnovo che parte da lontano, voluto dal patron Commisso e per un giocatore sul quale la Fiorentina ha speso appena 15 milioni di euro. Mentre per ciò che riguarda Pietro Comuzzo, Pradè non si è mai nascosto – nemmeno a gennaio scorso allorchè ci fu un forte interesse del Napoli – la sua idea riguardo ad una possibile cessione. “35 milioni per lui sono irrinunciabili? Da direttore dico di sì, sono un’offerta a cui non si può negare. Ma io sono un dirigente, la proprietà è un’altra cosa” il commento sibillino riguardo l’offerta arrivata dall’Al Hilal di Simone Inzaghi a cui ha riferito no il calciatore stesso. Poi, Pradè ha disquisito pure degli obiettivi che si pone in questo anno: “Vogliamo vincere qualche cosa, dopo esserci andati tante volte vicino. Il sesto posto con 65 punti dell’anno scorso è un bel traguardo, che ci lascia l’amaro per non essere andati in Europa League. Noi vogliamo migliorarci e costruire, e penso che il mercato abbia dato la dimostrazione della forza di questa società”.
Image:Getty
Segui le Ultime News Calciomercato Napoli
Segui le Ultime Notizie Napoli Calcio