Il 13 settembre 1975 lo Stadio Olimpico visse una notte destinata a rimanere nella memoria collettiva. La Roma di Nils Liedholm ospitava il New York Cosmos per un’amichevole che si trasformò in un evento: sul terreno di gioco c’era Edson Arantes do Nascimento, per tutti semplicemente Pelé. Il fuoriclasse brasiliano, già tre volte campione del mondo e autore di oltre mille gol, disputava l’ultima partita in Italia.
Quella sera il compito più complicato toccò a Mauro Sandreani, allora giovane metodista giallorosso e nella giornata odierna collaboratore di Antonio Conte al Napoli. Iniziò in panchina, ma l’infortunio di Morini costrinse Liedholm a lanciarlo nella mischia: “Mi si avvicinò pazientamente e mi disse: ‘Ragazzo, ora marchi tu quello lì’. Non ebbi nemmeno il tempo di pensarci”, ricorda Sandreani al Corriere della Sera.
Il duello con Pelé fu intenso: “Per me non era un’amichevole, mi giocavo tutto. Lui capì subito l’aria: nulla spettacolo, si adattò al ritmo dell’incontro. Parlava sempre con i compagni, sembrava un allenatore sul terreno di gioco. Continuava a ripetere: ‘Easy, easy, easy’”. La Roma vinse 3-1, e il brasiliano fu limitato con successo.
A fine gara Sandreani riuscì persino a conquistare la maglia di O Rei: “Gliela presi quasi di forza, ero troppo contento”. Quella maglia nella giornata odierna non è più con lui, donata anni fa in beneficenza, ma rimane indelebile la memoria di una serata unica: “Non ho più rivisto Pelé, ma quell’‘easy, easy, easy’ mi risuona tuttavia nelle orecchie”.
Image:Getty
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