Marotta sulle plusvalenze: Napoli e Atalanta in attivo, le altre in rosso

Marotta parla delle plusvalenze delle big: Napoli e Atalanta in attivo, le altre proprio no

Nel mondo del calcio moderno, le cifre impressionanti spese dai club più ricchi lasciano spesso attoniti i tifosi italiani e in particolare noi che seguiamo con passione la Serie A e l’SSC Napoli. Giuseppe Marotta, indiscusso esperto di mercato, ha saputo sintetizzare bene questa differenza evidente con una riflessione tagliente: “Il Real Madrid ha preso Mastantuono a 60 milioni di euro, le italiane se prendono un 2004, un 2005 o un 2006 spendono 30-35 milioni al massimo”.

Queste parole rappresentano uno spaccato reale di come il calcio italiano e il Napoli, nostro orgoglio, si confrontano con le grandi potenze europee. Quando in Italia una società come l’Atalanta decide di investire su un giovane talento come Ahanor, il rischio è di scatenare critiche immediate, dal momento che si pretende di vincere subito o quantomeno di lottare per il vertice della classifica.

Marotta ha poi toccato un punto cruciale, sottolineando un’altra grande differenza tra i club italiani e quelli come il Real Madrid: “Il mercato di acquisizione è molto limitante. I grandi club italiani come Inter, Milan, Juventus, Roma, Napoli e Atalanta spesso fanno ricorso alle plusvalenze. Nel 2000 era raro vendere giocatori, oggi è una necessità per presentare bilanci adeguati. Questo è legato al fatto che i diritti tv italiani sono stati venduti a un decimo rispetto a quelli esteri”.

In questo contesto, è importante sottolineare come l’SSC Napoli sia una delle poche squadre di vertice del nostro campionato a non aver fatto un uso massiccio di plusvalenze per mantenere i conti in ordine. A parte il caso dell’acquisto di Osimhen, operazione che ha segnato un’eccezione in entrata, le cessioni di giocatori come Kvara, Osimhen stesso e Kim sono state dettate soprattutto da situazioni di mercato e dalla volontà degli stessi calciatori di cambiare aria o per limiti anagrafici. Pur così, il Napoli ha saputo garantire bilanci positivi, dimostrando serietà e sostenibilità economica, anche rispetto a società tradizionalmente quotate come Inter, Milan e Roma.

L’Atalanta, infatti, è un caso a sé; sebbene in netto progresso, non è ancora considerata una big assoluta come le altre squadre della Serie A, ma ha utilizzato in maniera intelligente le plusvalenze per colmare il gap con le corazzate, senza però che ciò fosse indispensabile per evitare il fallimento economico. Al contrario, il Napoli ha saputo muoversi in questo clima complicato mantenendo una linea di rigore e ambizione gestione finanziaria che fa ben sperare per il futuro.

La stagione del Napoli continua così, forte di una società che sa coniugare ambizione sportiva e prudenza economica. Il club azzurro, con il suo equilibrio tra talento e sostenibilità, rappresenta oggi una delle realtà più virtuose del calcio italiano, capace di competere sulle due fronti: campo e bilanci. I tifosi possono guardare con orgoglio al lavoro della società che, nonostante le difficoltà evidenti del nostro campionato, non rinuncia a investire in giovani promesse e a mantenere i conti in piena salute, consolidando il valore del Napoli nel panorama della Serie A e oltre.

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