Esclusiva
In vista del grande confronto in programma questa sera allo Stadio Olimpico tra Roma e Inter, abbiamo raccolto l’opinione di Amantino Mancini, ex calciatore brasiliano che ha vestito la maglia di entrambe le squadre. Dopo aver scritto pagine importanti del calcio italiano a cavallo degli anni 2000, Mancini conserva un ricordo indelebile dei grandi momenti vissuti contro l’Inter, ma non si tira indietro nel commentare anche l’attuale stagione di Serie A con uno sguardo attento alle pretendenti allo Scudetto.
Quel 6-2 in finale di Coppa Italia contro l’Inter resta nella tua memoria?
«Sì, è stato un momento magico. Contro l’Inter sono stato spesso decisivo e quell’incontro ha segnato la storia di quella Roma: una squadra aggressiva, con un pressing intenso e un gioco molto arioso. In quella finale all’Olimpico abbiamo giocato una partita fantastica, una vera e propria lezione alla squadra di allora».
Negli anni hai sfiorato altre squadre importanti in Italia?
«La Juventus ci è stata molto vicina nel 2004, nel mio primo anno a Roma. Dopo l’arrivo di Capello sulla panchina bianconera, voleva fortemente portarmi a Torino ma la Roma ha ritenuto incedibile la mia cessione, considerando che ero appena arrivato in giallorosso».
La Roma può davvero ambire allo Scudetto?
«Penso che i giallorossi stiano migliorando pian piano. Non sono i favoriti al momento, ma hanno tutte le potenzialità per diventarlo col passare del campionato. L’allenatore è molto bravo e la rosa è ricca di talento. Sono convinto che possono disputare un campionato di alto livello».
Sulla sfida di oggi con l’Inter: quali dinamiche ti aspetti?
«Sarà una partita dura, come sempre. L’Inter di ora è una squadra solida, un’idea di calcio costruita negli anni, guidata da un giovane tecnico come Chivu, sul quale nutro grandi speranze. Roma giocherà in casa con il sostegno di un pubblico caloroso, un fattore che sicuramente può fare la differenza. Per lo Scudetto, Inter e Napoli rimangono le principali favorite, anche se il torneo è lungo e tutto può accadere».
Come vedi le altre big come Milan e Juventus in questa Serie A?
«Anche Milan e Juventus sono in fase di ristrutturazione, ma vedo nel Milan una squadra più qualitativa e meglio organizzata rispetto ai bianconeri. Allegri conosce bene l’ambiente milanista e il potenziale della squadra, quindi credo che il Milan possa continuare a crescere nell’arco della stagione».
Nel calcio moderno senti la mancanza di giocatori come te?
«Nel calcio odierno manca quella classe di esterni capaci di puntare l’uomo, fare l’uno contro uno e utilizzare il dribbling come arma primaria. Oggi si predilige molto il possesso palla, il giro di passaggi orizzontali e verticali, ma sono pochi i giocatori che osano andare alla conclusione o saltare l’avversario direttamente. Sarebbe importante tornare a valorizzare calciatori con quella ‘ginga’ brasiliana che sanno creare pericoli in modo imprevedibile».