Mazzarri su Kvara: “Tecnica simile a quella con Lavezzi al Napoli”

Mazzarri su Kvara: "Tecnica simile a quella con Lavezzi al Napoli"

In una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Walter Mazzarri ha voluto ripercorrere i suoi anni a Napoli, soffermandosi in particolare su come è riuscito a valorizzare alcune delle stelle più brillanti del club azzurro, tra cui Marek Hamsik, Edinson Cavani e Ezequiel Lavezzi. Con il suo stile diretto e appassionato, l’ex allenatore ha spiegato come il suo metodo abbia contribuito a far esplodere il talento di questi attaccanti, oggi diventati icone della squadra partenopea.

“Tutti gli attaccanti sotto la mia gestione hanno sempre realizzato un grande numero di gol – ha sottolineato Mazzarri –, e non è un caso che Rolando Bianchi, dopo aver giocato con me alla Reggina, sia finito al Manchester City. I numeri parlano chiaro e dimostrano come il mio lavoro esalti la capacità realizzativa degli attaccanti, anche se magari a qualcuno Mazzarri può stare antipatico.”

Il tecnico ha poi parlato in modo specifico del ciclo dei cosiddetti “tre tenori” del Napoli, formati da Lavezzi, Cavani e Hamsik: “Innanzitutto devi avere la fortuna di disporre di calciatori perfetti per il tuo gioco. Nel caso di Lavezzi, la sua forza era nell’abilità di saltare l’uomo, quindi ho dovuto necessariamente impiegarlo largo a sinistra. Se lo avessi schierato al centro, non sarebbe stato efficace. Ho capito subito le sue caratteristiche e mi sono sforzato di esaltare il suo potenziale. Il ‘Pocho’ era esplosivo, soprattutto nel breve raggio, ma dopo ogni azione faticava nel recupero. In questo senso, la presenza di Hamsik era fondamentale. Marek è un giocatore intelligente, completo e dotato di grande resistenza, tanto che si abbassava per formare il mio 3-5-2 ‘storto’, come lo definisco io.”

Un dettaglio importante è che Mazzarri ha guidato quei ragazzi prima che diventassero campioni affermati. “Li ho allenati quando erano ancora giovani, quasi sconosciuti. Il loro salto di qualità è avvenuto dal secondo anno, proprio sotto la mia guida.”

Non manca poi un aneddoto sul presente e sul tentativo di replicare quella formula vincente con una nuova stella: “Quando sono tornato a Napoli, ho provato a fare qualcosa di simile con Kvaratskhelia. Tuttavia, avevo una mezzala che non possedeva le caratteristiche ideali per il tipo di corsa che chiedeva questo sistema, quindi abbiamo dovuto optare per una soluzione diversa.”

Con queste riflessioni, Mazzarri conferma ancora una volta la sua capacità di valorizzare i talenti offensivi, costruendo moduli su misura per esaltare i punti di forza dei singoli. Il suo lavoro a Napoli rimane un esempio di come l’allenatore possa fare la differenza nello sviluppo dei giocatori e nella crescita complessiva del club.