Il Belgio spreca una ghiotta occasione per avvicinarsi ai Mondiali 2026. Nel match di qualificazione contro il Kazakistan, una partita che sulla carta doveva essere agevole, la nazionale guidata da Rudi Garcia si è dovuta accontentare di un pareggio per 1-1 in trasferta, al termine di un incontro che ha lasciato l’amaro in bocca a tutto l’ambiente belga.
Tra i protagonisti c’era Jeremy Doku, esterno offensivo del Manchester City, schierato titolare insieme ai compagni De Winter del Milan e De Ketelaere dell’Atalanta. Dopo la partita, ai microfoni di VTM, Doku non ha evitato una critica severa sulla prestazione della sua squadra: “Quando pensi che giocheranno con palloni lunghi, invece giocano con combinazioni corte. È stata una partita completamente diversa contro il Kazakistan rispetto alla precedente contro il Galles. Forse non li abbiamo analizzati bene. Ma alla fine, se avessimo sfruttato le nostre occasioni, avremmo vinto”.
Un atteggiamento poco incisivo e una mancanza di lucidità sotto porta hanno così compromesso la possibilità di conquistare tre punti fondamentali in vista dell’obiettivo qualificazione. Il Belgio resta quindi attardato nel Gruppo J e dovrà cercare di rifarsi già nelle prossime partite di qualificazione.
Molto discussa anche la gestione delle assenze di giocatori chiave come Romelu Lukaku e Kevin De Bruyne, entrambi fuori per infortuni che stanno pesando sulla rosa a disposizione di Garcia. A queste si aggiunge quella di Thibaut Courtois, portiere titolare del Real Madrid, fermato da un problema fisico. Tuttavia, Doku ha affrontato l’argomento con decisione: “Bisogna che la gente smetta di parlare della loro assenza. Se abbiamo bisogno di loro per vincere questo tipo di partite, non faremo nulla al Mondiale. Dobbiamo semplicemente vincere questo tipo di partite, anche in trasferta e anche su un campo sintetico”.
La partita contro il Kazakistan si è infatti svolta su un terreno sintetico, una condizione non sempre gradita nelle gare ufficiali ma in cui il Belgio doveva comunque imporsi, anche contro un avversario teoricamente più debole. Invece la squadra si è dovuta scontrare con un avversario combattivo e con una tattica votata al pressing e al gioco stretto, ben diversi dal confronto precedente con il Galles che aveva visto una strategia diversa da parte dei belgi.
Infine, una curiosità rilevata dallo stesso Doku riguarda il numero di falli subiti dai giocatori kazaki: “Sapevo che sarebbe successo. L’avevo già percepito al mio primo contatto con la palla. Per me è un complimento, anche se non è divertente e fa male”. Un segno evidente che la sua pericolosità è stata attenzionata con durezza dagli avversari, costringendolo a subire un gioco spesso fisico e scorbutico.
Ora per il Belgio si apre un periodo decisivo, dove non potrà più permettersi passi falsi se vuole centrare la qualificazione diretta al Mondiale 2026. La sfida sarà quella di trasformare la qualità individuale in un gioco più incisivo e concreto, in modo da superare anche le avversità degli infortuni e degli ostacoli tattici incontrati finora.