David Neres sta finalmente esplodendo e lo fa con numeri, impatto sul gioco e sorrisi mai visti prima in maglia nerazzurra. Dopo un lungo periodo vissuto in ombra, riserva e alternativo tra panchina e spezzoni di partita, l’esterno brasiliano, oggi trequartista nel 3-4-2-1 disegnato da Antonio Conte, è diventato uno degli elementi chiave dell’Inter. Non rappresenta più quell’alternativa di scarsa incisività, ma un pericolo costante per le difese avversarie. Il motivo? Una trasformazione tattica e tecnica che ha cambiato il suo modo di giocare e incidere sul campo.
Il cambio di ruolo e la nuova dimensione di Neres
L’elemento chiave per la rinascita di Neres è stato senza dubbio il cambio di collocazione tattica. Via il ruolo da esterno offensivo nel classico 4-3-3, che lo costringeva a dover coprire ampie fasce e ad assumersi responsabilità difensive spesso impegnative. Con Conte, Neres ha trovato nuova linfa nel ruolo di trequartista in un assetto a tre punte, collocato centralmente e vicino a Rasmus Højlund. Questo posizionamento gli ha permesso di entrare più frequentemente in possesso palla, dialogare da vicino con il centravanti e sbloccare la sua creatività e imprevedibilità.
Da quella svolta tattica sono arrivati risultati concreti: sei gol dopo la pausa per le Nazionali e una Supercoppa Italia da protagonista con tre reti decisive. Questi numeri hanno convinto Conte a non escluderlo più dalla formazione titolare, inserendolo stabilmente nel sistema. Nel precedente 4-3-3, giocatori come Politano rispondevano meglio alle esigenze del modulo, ma oggi Neres è diventato un protagonista a tutti gli effetti.
Il confronto con i brasiliani di alto livello
Il rendimento del brasiliano sta facendo tornare di attualità il suo nome anche per la Selecao. In un reparto offensivo verdeoro già ricco di nomi di qualità come Vinícius Jr., Raphinha e Rodrygo, Neres si sta candidando per tornare a far parte del giro nazionale, dal quale è assente da marzo 2019. L’ex Benfica ha infatti elevato il proprio rendimento a livelli impressionanti: nelle ultime settimane ha segnato contro Atalanta (doppietta), Roma, Milan, Bologna (doppietta) e fornito assist vincenti importanti, come quello servito a Juventus.
I numeri parlano da soli: è il miglior brasiliano in termini di produttività offensiva nel campionato italiano dell’ultimo mese, con 67 dribbling riusciti, 51 progressioni palla al piede e una solida gestione della palla che si traduce in una delle medie più basse di palloni persi dell’intera carriera. A 29 anni, David Neres sembra aver finalmente trovato la propria dimensione, acquisendo continuità e incisività.
Con questa crescita esponenziale, il brasiliano sta iniziando a colmare il vuoto lasciato da Khvicha Kvaratskhelia nel ruolo di riferimento offensivo, diventando una pedina fondamentale nello scacchiere di Conte e un possibile punto di riferimento anche per la Nazionale brasiliana. In attesa di nuovi riconoscimenti, Neres conquista sul campo una meritata ribalta, dimostrando che quando alla qualità si aggiunge continuità, i risultati si vedono.