Diversi, tanto diversi, ma ugualmente speciali. Roma-Lazio di domenica è in maggior misura la gara fra due mondi: Mourinho da una parte e Sarri dall’altra. Risultatisti contro giochisti, ma guai a usare quel primo termine in presenza dello Special One. Reiteratamente fin dal momento in cui è nella Capitale, effettivamente, si è scontrato con cronisti e opinione pubblica sull’etichetta affibbiata al suo calcio difendendo la tesi che per “giocare bene, bisogna pure saper difendere”. A questo, ma, la Roma 2022-23 abbina pure una quantità spropositata di palle gol create, creando il paradosso che Pellegrini e compagni stanno vivendo. A fronte del quarto posto in A, pure per possibilità da gol create, corrisponde l’ottavo miglior attacco del campionato. Insomma, gli uomini di Mourinho capitalizzano poco per quanto propongono considerato che con 173 possibilità da inizio anno la media è di 14,4 a partita. Ma è pure quella che ne ha fallite in maggior misura in relazione a quante ne ha avute (-15 per expected gol). Ciò la porta a essere la squadra più sprecona in assoluto con Abraham re delle grandi possibilità mancate: 10. Una in più di Osimhen. E ben 6 calciatori nella top 20: Zaniolo, Dybala, Belotti, Pellegrini e Ibanez.
Più tiri in porta della squadra di Mourinho in A li hanno fatti Napoli, Fiorentina, Inter e Milan. Il tanto decantato “sarrismo” viceversa produce meno del risultatista Mou con 122 tiri e il 16° posto per possibilità create, peggio hanno fatto solo Monza, Lecce, Samp e Spezia. Meno possibilità, ma maggior precisione, perché la chiave di volta è proprio nella lucidità degli attaccanti considerato che arrivando nella classifica delle big possibilità a un giocatore laziale bisogna scendere al 18° posto ove si trova Immobile con 3. Intanto domenica Mourinho e Sarri si sfideranno tuttavia con un bilancio perfettamente in parità, perché il campionato passato all’andata vinse la Lazio, mentre al ritorno la Roma. In Premier League, viceversa, l’unico derby fra i due finì in rissa fuori, ma col pari sul terreno di gioco. In palio un posto in Champions e la supremazia ideologica del proprio calcio.
Image:Getty
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