Non è una novità il grande interesse americano intorno al Napoli e la marcia primato della squadra di Spalletti – celebrata in tutta Europa – non può che far lievitare l’attenzione fino alle notizie circolate da più parti in queste settimane. Aurelio De Laurentiis non ha fatto mai mistero negli ultimi anni di aver avuto già proposte importanti, declinate per i margini di crescita del club e per la sua volontà di avanzare (per lo meno fino allo stop alla multiproprietà) pure allorchè nel post-Covid sembrava aver raggiunto il massimo che è nelle sue possibilità. Per lo meno fino alla rivoluzione estiva che ha rilanciato ulteriormente a livello sportivo – ed economico – la sua creatura.
Modello virtuoso
Il Napoli fa gola non solo per il bacino d’utenza in Italia ed pure all’estero oppure per il legame con la figura di Maradona che rende il brand potenzialmente forte in ogni parte del mondo, ma in maggior misura per il lavoro portato avanti proprio da De Laurentiis. La squadra napoletano è un’eccezione fra le big italiane non non avendo debiti bancari (prima, la società ha negli anni accumulato a riserva gli utili, parzialmente toccati solo negli anni del Covid) ed è lassù a giocarsela da anni e quest’anno addirittura in fuga.
Abbassare gli ingaggi e dominare la stagione
Il Napoli capolista e che dà spettacolo persino in Champions, conquistando gli approfondimenti dei grandi giornali sportivi internazionali, nasce da una riduzione del monte stipendi. Un qualche cosa di raro nel panorama europeo e che rende la società tuttavia di maggiore valore pur non avendo altri grandi asset oltre al brand ed al parco calciatori, da quest’anno di età più bassa ed addirittura più competitivo, ma in maggior misura incredibilmente più economico e che porterà a chiudere senza troppi problemi nuovamente in utile.
Image:Getty
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