Partiamo da un presupposto, tanto evidente quanto onesto: l’Inter di ieri in serata ha giocato malino, ove il malino è eufemistico, quasi un incoraggiamento per ciò che ha da venire. Perché sì, dai, alzi la mano chi si è divertito saltellando sulla poltrona o sul divano, obnubilato dalla grande bellezza del nostro giro palla. Tuttavia, ci sta un ma, vorrei soffermarmi due secondi su quanto visto venerdì sera e ieri pomeriggio: lo scopo è che non mi pare di aver ammirato le nostre dirette concorrenti mentre sbaragliavano la squadra avversaria di turno. E se da un lato avevamo una Juventus – ultimamente parecchio arrancante – alla prova del nove, leggasi Napoli, prova dalla quale esce con le ossa rotte ma ci sta perdere con Spalletti e la sua compagnia – rammento a tutti che questa Inter, quella che senza il fischio senza senso del signor Sacchi di Macerata nella giornata odierna sarebbe seconda in classifica, del resto gli incidenti capitano tutti i fine settimana sui campi di serie A, tralascio per decenza e rispetto le altre categorie, il Napoli di Spalletti non è che lo ha battuto, lo ha proprio annichilito, un tiro in porta nei novanta minuti più recupero, al novantaduesimo oltretutto, per la precisione – dall’altro il Milan ha fatto una fatica tremenda in via del Mare, ove ha rischiato di lasciarci le penne che se il Lecce non si divora, letteralmente, il tre a zero non so come va finire. Avete capito bene, in via del Mare, ove l’Inter è stata l’unica fra le grandi ad aver vinto, di riffa o di raffa ma con grande merito. Insomma, questo per dire quanto l’Inter non sia tanto distante dalle altre, prima. In seguito uno può giustamente dire: ma a me cosa interessa di ciò che fanno gli altri? A me interessa l’Inter e basta. Non è un discorso sbagliato del tutto, prima: ogni tanto lo penso anche io, ad essere sinceri.
Tuttavia bisogna tenere conto di qualche fattore, irrinunciabile: l’Inter, come altre ma qui analizziamo l’Inter, non le altre, ha un discreto numero di infortuni e non da ora.
A questo punto, per quanto possa risultare antipatico stilare classifiche di preferenza, è chiaro come l’infortunio di ics o ipsilon, laddove ics o ipsilon sceglieteli voi, ha un impatto differente rispetto alle assenze forzate, da tempo, di Brozovic o Lukaku, corretto per fare due nomi a caso. Ecco perché il reparto centrale nerazzurro, ove ora mai giocano sempre gli stessi e alla lunga scendere sul terreno di gioco ogni tre giorni logora, dopo lo fanno tranquillamente in Premier e non capisco perchè da noi non si possa, forse fish&chips con una birretta media sono più nutrienti di un piatto di pasta all’olio, in questo modo mi vien da pensare ma non cambiamo discorso prima di perderci in divagazioni che con l’Inter hanno poco o nulla da spartire, fatica immensamente nel frenare la squadra avversaria. I ricambi non ci sono o, in alternativa, allorchè chiamati in causa non assicurano quella rendita che ciascuno di noi desidererebbe.
Col Verona, al netto di una prestazione opaca dal giudizio puramente stilistico, ci sta pure da ricordare una direzione di gara oggettivamente rivedibile: che se il penalty ci sta possa essere fischiato o meno, non mi scandalizza più di tanto, non comprendo minimamente l’annullamento del secondo gol di Lautaro, il migliore per distacco ma ci sta tuttavia chi pensa che il Toro sia uno come parecchi, bontà sua e, ancor oltre, mi ha colpito la pessima gestione di fischi e cartellini. In sostanza, forse la sofferenza finale, con scelte arbitrali differenti, avrebbe potuto essere evitata, ma tant’è. Tuttavia sono incidenti, ce lo ha riferito Rocchi.
Ora si vola a disputare la Supercoppa con i cugini: ecco, siccome il derby passato è stato giocato come peggio non si poteva, cerchiamo di riportare il trofeo dalla parte giusta del Naviglio. Conterà poco, come qualcuno afferma: per me, diversamente, conta. Anche tanto.
Alla prossima.
Image:Getty
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