Tuttavia lui. Come a Cremona nel momento più complicato o in maggior misura come a Milano nel primo scontro diretto. Il Cholito Simeone subentra, decide in appena un quarto d’a questo punto e si conquista la copertina di una gara che a fine stagione rischia seriamente di finire fra quelle decisive (e più ricordate) per un traguardo storico atteso da oltre tre decenni. La capolista se ne va, allungando in questo mese di gennaio – dai più indicato come quello del calo del Napoli di Spalletti – di nuovo grazie ad un gol dell’argentino, micidiale sull’unico pallone avuto in area di rigore nell’assalto finale dei partenopei ad una Roma capace di rallentare come poche altre la macchina perfetta di Spalletti.
Media minuti/gol spaziale
Se Osimhen si afferma fra i migliori bomber d’Europa, con la media di un gol a partita, sbloccando la sfida con una prodezza che resterà nella memoria, l’alternativa al nigeriano la abbassa ad un gol ogni 54′ perché sale a 3 gol in appena 160 minuti. Uno score incredibile che testimonia la capacità del Cholito di essere determinante in pochissimi minuti: niente di meglio per un bomber di scorta ed una qualità ad esempio lontanissima dal suo predecessore (quel Petagna, a questo punto al Monza, che faticava a tenere la condizione proprio per il poco spazio).
La forza della panchina
Ed è Simeone, in questo modo come talvolta sono stati Raspadori, Elmas, Olivera, Ndombele (o persino i Demme e Politano neanche entrati) a rappresentare la forza di una panchina decisamente da Scudetto. Cambi pesantissimi, mentre nella Roma parallelamente sono entrati degli ex Primavera, a decidere il destino nel momento cruciale. Altre soluzioni che non hanno le concorrenti, nonostante un monte stipendi superiori, che certificano pure la lungimiranza della società partenopea, capace di costruirla nel tempo e con assoluta sostenibilità. La stessa società che prepara già il riscatto di Simeone, il super-bomber di scorta.
Image:Getty
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