L’Inter ha smentito, Milan Skriniar anche. In entrambi i casi, come chiudere la stalla allorchè i buoi non soltanto sono fuggiti, ma ora mai anche macellati. Dalle parti di Parigi, per la precisione. La presunta intervista del difensore slovacco non era autorizzata, questo è un dato praticamente. Forse non è neanche definibile intervista, ma questo è un giudizio soggettivo. Skriniar, inoltre, nega di aver detto quelle parole: credibile (fino a il signor punto) che non le volesse ad ogni modo far diventare di pubblico dominio, il sospetto è quello di una confessione destinata nelle sue idee a restare un segreto. Di Pulcinella, visti gli ultimi sviluppi, ma tant’è.
La rabbia dei tifosi. È esplosa, come spesso accade sui social. Molti di coloro che a inizio 2023 avevano dedicato a Skriniar cori e striscioni, per la verità apparsi eccessivi sin da subito, si sono riversati sulle pagine ufficiali del difensore slovacco. Vomitando la comprensibile, non sempre giustificabile, bile di un popolo che si è sentito tradito da chi in passato aveva pronunciato parole di amore incondizionato e dopo ha preso la decisione di partire per il vil denaro. Più che legittimo, intendiamoci: il guaio, nel calcio moderno, è lasciarsi andare a promesse che nessun professionista – salvo che non si chiami Zanetti, Del Piero, Totti, Maldini – può rispettare se non facendo un torto alla propria carriera. Skriniar, a livello economico e anche sportivo, ha sempre avuto tutto il diritto di accettare il Paris Saint-Germain. Sia detto sottovoce, fa anche molto bene. Il finale, tuttavia, è dei peggiori: la combo espulsione+dichiarazioni dell’agente a metà primo tempo di Inter-Empoli aveva già scatenato la tempesta, il virgolettato di ieri gli renderebbe impossibile la vita a Milano da qui a giugno.
Nella giornata odierna si decide il futuro. Ora, la palla sarebbe tutta nel campo del PSG. Non è proprio in questo modo, più corretto dire che in Francia possono decidere le regole e a Milano ci provano. L’Inter ha dettato condizioni chiare: a 20 milioni di euro si può chiudere. Da Parigi è improbabile che si possano spingere fino a quel punto, al massimo Campos arriverà a quota 15, ad ogni modo complicata. Vista la situazione, ha tutto il potere contrattuale di questo mondo e non può non farne uso. Sulla fragilità interista in questo giochino, ci torneremo. Nel frattempo, cosa fa la dirigenza nerazzurra? La richiesta economica è quella di cui sopra, c’è pure una deadline: non si può arrivare in ultimo giorno di mercato per chiudere un’operazione del genere. In maggior misura perché a Simone Inzaghi serve un sostituto. Sotto questo profilo, quel che filtra è che Marotta e Ausilio stiano lavorando da tempo su diversi nomi. Il Lille chiede troppo per Djalò, mentre per Lindelof il Manchester United non farebbe le barricate, in questo modo come l’Eintracht Francoforte per Evan N’Dicka, centrale francese classe ’99 che può forse considerarsi il primo della lista. In Italia, i nomi più realistici ora del mercato (la Fiorentina difficilmente aprirebbe su Milenkovic) sono quelli di Becao e Djidji. Oltre nella giornata odierna, non si può andare. Salvo che… Ci arriviamo.
L’Inter ne esce ad ogni modo male. Da parecchi punti di vista. Dei troppi errori commessi nella contrattazione per il rinnovo di Skriniar e dopo nella convulsa estate 2022 abbiamo già scritto di recente. Ora che si arriva al redde rationem, la dirigenza si trova fra l’incudine e il martello. Da un lato ha un giocatore che non vivrebbe e conseguentemente non giocherebbe serenamente i prossimi mesi, dall’altro un club che può prenderlo a zero in estate e per questa ragione a gennaio non avrebbe motivo di fare sforzi economici straordinari. La stessa richiesta da 20 milioni e l’ultimatum temporale poggiano sulla risposta a una domanda delicatissima: cosa direbbe Zhang se martedì il PSG ne offrisse 15? È un interrogativo che è il nocciolo della questione, di qualunque difficoltà incontrata dall’Inter sul mercato negli ultimi due anni. Quanto al finale: se l’Inter terrà Skriniar fino all’estate, Inzaghi dovrà gestire una situazione esplosiva complessivamente il girone di ritorno. Se lo cederà nella giornata odierna, dovrà ricostruire rapidamente i meccanismi di una difesa già molte volte traballante, con un erede non all’altezza del predecessore: Skriniar non sarà Beckenbauer e per 50 milioni di euro si poteva cedere, ma non è neanche l’ultimo giunto.
Image:Getty
Segui le Ultime News Calciomercato Napoli
Segui le Ultime Notizie Napoli Calcio