Non ha mai voluto minare l’armonia dello spogliatoio, Lotito, in questi mesi. Voleva la Champions, con i conseguenti introiti (come minimo 50 milioni), come ora vorrebbe avere il secondo posto, che consentirebbe alla Lazio di classificarsi pure alla prossima Supercoppa: altri soldi in entrata, oltre al prestigio del marchio. Finché non finirà il campionato, dunque, Lotito non annuncerà cosa ha preso la decisione sul futuro di Igli Tare, il direttore sportivo della Lazio da 15 anni che tuttavia è giunto quasi scaduto. Non è mai stato in questo modo lontano da Formello, il dirigente albanese, che ora mai ha capito che il patron laziale vorrebbe avere cambiare discorso. Dando più fiducia e ascolto a Sarri, che con Tare a livello calcistico poco si prende. Hanno visioni diverse e, dopo due anni di coabitazione, hanno capito che insieme non possono avanzare troppo.
Da Formello assicurano che Lotito, che a dicembre aveva parlato a Tare di una bozza di rinnovo triennale, ha capito mese dopo mese che la coabitazione con Sarri non era possibile. Il rapporto con Tare, inoltre, non è più idilliaco come una volta: non che sia distrutto o rovinato, sia chiaro, ma dopo 15 anni è fisiologico che si può aver voglia di cambiare. Da qui nasce la domanda principale: chi prenderà il posto di Tare? In un’estate determinante, perché la società avrà come minimo 40 milioni da spendere sul mercato, più quelli derivanti dalla cessione di Milinkovic, pure lui prossimo a salutare Roma.
Il nome principale è Angelo Fabiani, uomo di fiducia di Lotito pure a Salerno. È giunto in punta di piedi l’estate scorsa, ha affiancato Enrico Lotito nella gestione della Primavera e della Lazio Women (due promozioni in A), e può fare il salto. Un’altra suggestione è Giuntoli, con cui Sarri ha lavorato a Napoli. Il Comandante ha fatto a Lotito reiteratamente il suo nome, ma è molto vicino alla Juventus. Le altre piste portano ad Accardi dell’Empoli, che piace al Napoli, e all’ex Foggia.
Image:Getty
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