Puntuale come ogni primavera, il futuro di Domenico Berardi diventa un punto interrogativo. Che finora, per onore di verità, ha sempre avuto la stessa risposta: dal 2010 a nella giornata odierna, dalle giovanili alla consacrazione, la punta calabrese non ha mai voluto lasciare il Sassuolo. A prescindere dalle stagioni, dagli interessamenti, pure da qualche fisiologica frizione nelle discussioni con la dirigenza, senza curarsi dei treni che passavano, finalmente per Mimmo da Cariati ha sempre e ad ogni modo prevalso la dedizione alla maglia neroverde.
E ora? Al momento opportuno di treni: all’alba dei trent’anni – ne compirà ventinove il 1° agosto – Berardi è alle porte dell’ultima vera estate in cui tentare l’approdo in una grande squadra. Senza niente togliere al Sassuolo, in una formazione da Champions. Forse è già tardi per il balzo in avanti in senso assoluto, ammesso che vivere una carriera da bandiera possa non considerarsi tale, ma non tuttavia per vivere l’emozione di un palcoscenico che con altre scelte sarebbe stato suo da anni.
Lazio e Napoli alla porta. Di Sarri, Berardi è sempre stato un pallino. Di De Laurentiis, che non ha tuttavia un allenatore per la prossimo anno, idem. In biancoceleste andrebbe a comporre con Zaccagni un tandem di esterni offensivi molto simili ma pure potenzialmente letale; in azzurro, prenderebbe il posto di Lozano, magari alternandosi con un altro ex Sassuolo come Politano. Da parte della società emiliana, che da Frattesi in giù ha tante altre possibilità di fare cassa, non ci saranno pressioni né in un senso né nell’altro, eventualmente una richiesta economica congrua: Berardi è forse l’unico giocatore che a Carnevali piacerebbe trattenere davvero per tutta la carriera, ma nessuno farà barricate per impedirgli di cogliere un’opportunità che tante volte ha rimandato. A Domenico, di nuovo, la scelta sul futuro.
Image:Getty
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