“Stare a Napoli deve essere un privilegio, non un obbligo”. La replica di Aurelio De Laurentiis, sul palco del concerto di Gigi D’Alessio a Piazza Plebiscito dopo i cori per Luciano Spalletti, non è altro che l’ennesima conferma alla volontà del tecnico – finora mai comunicata pubblicamente – di lasciare Napoli. Ieri l’allenatore non ha disquisito in conferenza stampa, dovrebbe eludere le domande pure quest’nella giornata odierna nel post-partita e la situazione dovrebbe trascinarsi fino alla festa dopo la sfida con la Sampdoria. Una situazione tuttavia ora mai metabolizzata dalla piazza pure perché da tempo è partito il toto-allenatore con il nome di Luis Enrique in cima alla lista, sicuramente prima di quelli di Vincenzo Italiano e Thiago Motta che quest’nella giornata odierna partita proprio i partenopei con il suo Bologna.
Spalletti e gli ultimi primato
Nonostante il rallentamento ad obiettivo già raggiunto, il Napoli può tuttavia riscrivere diversi primato della storia del club. Con una vittoria a Bologna supererebbe quello delle vittorie in trasferta (adesso 14, eguagliato) e dei 46 punti in trasferta (adesso sono 44). Servono due successi viceversa per superare il primato di 28 vittorie (adesso sono 27) e dei 91 punti di Sarri (adesso sono 86). Mini-obiettivi a cui Spalletti si aggrappa da tempo per provare a tenere alte gli stimoli di una formazione che da mesi ha demolito il campionato.
Ampie rotazioni
Sono out Elmas per squalifica e Lozano, Politano e Mario Rui per infortunio. Ndombele è convocato, ma non s’è allenato regolarmente e di conseguenza Spalletti potrebbe proporre diverse novità. Nel tridente con Kvaratskhelia e Osimhen possibile possibilità per uno fra Raspadori, in posizione esterna, o per Zerbin. In mediana Gaetano scalpita dopo la rete all’Inter ed nel reparto arretrato dovrebbe avere una possibilità Ostigard, in coppia con Kim, con Olivera a sinsitra ed in posizione esterna di destra spera pure Bereszynski
Image:Getty
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