Nessuno mai come questa squadra. Ora il sogno è lì, a 90 minuti di distanza. Dopo il terzo posto del 2017 e il quarto posto del 2019, l’Italia conquista per la prima volta la finale in un Mondiale Under 20. Inarrestabili gli azzurrini che questa sera hanno mietuto un’altra vittima illustre: battuta 2-1 la Corea del Sud, una partita molto tirata decisa da una perla di Pafundi. Il 2006 dell’Udinese l’ha decisa all’86esimo, nel modo più bello: una punizione perfetta dal limite dell’area che ha messo ko gli instancabili ragazzi di Kim Eunjung.
L’inizio di partita è stato di quelli incoraggianti. Con gli stessi undici che ai quarti hanno battuto la Colombia, gli azzurrini sono scesi sul terreno di gioco sul (pessimo) campo di gioco di La Plata prendendo il controllo del match. Subito uno squillo con Baldanzi, dopo la rete di Casadei che dice tanto dell’atteggiamento che gli azzurri stanno tenendo in questo Mondiale. Il gol è effettivamente figlia di un pressing alto: palla intercettata da Giovane e perfetto cross di Turicchia per Casadei, impeccabile nei tempi di inserimento e nella precisione del tiro. Per il giocatore della zona centrale del campo classe 2003 del Chelsea quello realizzato al 13esimo è stato il settimo gol nella competizione in sei gare. E’ sempre più capocannoniere in Argentina, numeri impressionanti in maggior misura perché non fa il centravanti.
La gara che sembrava in discesa per gli azzurrini s’è ritrovata in equilibrio meno di dieci minuti dopo il gol di Casadei. Bravo e furbo Bae Junho nel prendere posizione nell’area dell’Italia in concomitanza della prima sortita offensiva dei sudcoreani, ingenuo Zanotti che ha pestato il piede del 10 avversario consegnando a Lee Seungwon un penalty che il numero 8 non ha fallito.
La rete del pareggio è servito alla Corea del Sud in maggior misura per uscire dall’apnea e per prendere fiducia. Pur senza le qualità tecniche degli azzurrini, i ragazzi di Kim Eunjung dal gol del pareggio in dopo hanno messo in mostra una invidiabile organizzazione tattica e una buona salute atletica. E’ in questo modo che la prima metà della partita, nella seconda metà, è scivolato via con le due squadre che hanno risposto colpo su colpo, pur senza trovare nuovi gol.
Diversa il secondo tempo. Complice la stanchezza, le opportunità sono aumentate smisuratamente e la Corea del Sud diverse volte è andata vicino alla rete del sorpasso, pure se poco prima dell’a questo punto di gioco è stato Prati – con un colpo di testa – ad andare a millimetri dal gol col portiere Kim Joonhong che ha respinto il pallone allorchè la sfera sembrava aver già oltrepassato la linea.
Durante la seconda parte della gara gli azzurrini hanno rischiato reiteratamente di capitolare perché i coreani hanno mostrato una migliore salute atletica. Ma allorchè il rischio di crollare era concreto e l’extra-time ora mai all’orizzonte ecco la maglia di Pafundi che ha regalato all’Italia una finale storica. Entrato all’82esimo con Montevago e Fontanarosa, il 2006 dell’Udinese ha calciato in maniera perfetta una punizione dal limite dell’area conquistata da Ambrosino: parabola d’autore, dito dinanzi alla bocca per esultare e dopo la grande gioia perché l’Italia domenica si giocherà la finalissima contro l’Uruguay. Appuntamento con la storia.
Image:Getty
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