Le dichiarazioni rilasciate ieri mattina in conferenza stampa dal tecnico della Salernitana Paulo Sousa si aggiungono ad una già ricca collezione di “frecciate” che hanno contraddistinto un’estate calda non solo dal opinione meteo. Che il trainer portoghese, a giugno ad un passo dall’addio come testimoniano gli incontri con Napoli, Bologna e Genoa, non sia soddisfatto dell’operato della società è sotto gli occhi di tutti, già nel ritiro di Rivisondoli alzò la voce perchè “mi sarei aspettato rinforzi per i primi allenamenti, viceversa non è giunto nessuno. Eppure sono andati via due giocatori titolari come Vilhena e Piatek. Per poter preparare bene la stagione è importante muoversi nei tempi giusti, la società sa quali sono le mie ambizioni”. Dopo, giorno dopo giorno, il malcontento è cresciuto, al punto che il mister ha già messo le mani avanti asserendo che “con un ritiro svolto in condizioni molto difficili, è evidente che non potremo partire in campionato come avrei voluto. Speravo di continuare come nel finale dello scorso campionato, ad nella giornata odierna tuttavia siamo veramente indietro sul mercato e la proprietà sa cosa mi aveva garantito allorchè ci siamo incontrati”. Ieri dopo la richiesta specifica: “Occorrono un attaccante centrale, esterni alti, un difensore che sappia giocare pure terzino, un altro trequartista e due giocatori di centrocampo. Adesso immagino Mamadou Coulibaly fra i riconfermati, pure perchè nel ruolo non ho altre soluzioni. La situazione è chiara, loro hanno promesso una rosa più forte di quella della passata stagione e aspetto con fiducia. Ci sono altri 19 giorni”. Parole che hanno spiazzato società e dirigenza. Iervolino ritiene che aver confermato la base dello scorso campionato, con nove titolari che sono rimasti a Salerno, rappresenti motivo sufficiente per muoversi con oculatezza garantendo i sostituti di Piatek e Vilhena per dopo muoversi a costi bassi per cogliere eventuali opportunità legate alle uscite. Sul groppone restano difatti i vari Simy, Sepe, Orlando, Kristoffersen, Valencia, Fazio e Maggiore, sei milioni di euro di ingaggi.
Nell’occasione più adatta di dichiarazioni ufficiali, tuttavia, appena un anno fa Iervolino assicurava che “salvarsi per la seconda volta di fila permetterebbe di fare grossi investimenti il terzo anno, allorchè Salerno sarà vista come una prima scelta e non avremo tutti questi rifiuti. Il nostro intento è posizionarci nella zona sinistra della classifica, subito dietro le grandi, e prendere giovani fortissimi e campioni d’esperienza”. Nella giornata odierna, viceversa, si parla di budget ridimensionato, autofinanziamento e “necessità di fare un passo alla volta e di pensare alla salvezza. Il vero colpo di mercato è aver riscattato Pirola e Dia e aver trattenuto i migliori”. La divergenza, come detto, è evidente. Per la squadra, preso Martegani, è sufficiente avere una prima punta e un’altra scommessa nel reparto offensivo, Sousa viceversa vorrebbe avere una panchina lunga e con altre soluzioni a livello dei titolari. Ciò comporterebbe grosse spese e la proprietà ha ricordato all’allenatore che il budget ridotto deriva pure dalla scelta dello team tecnico di mettere fuori rosa gente ben pagata e che, per il patron, poteva tranquillamente essere aggregata alla prima squadra. E c’è chi teme che escludere dalla lista dei convocati per la partita odierno Valencia, Bronn e Mazzocchi non al 100% ma arruolabili sia una sorta di strategia per lanciare un segnale ulteriore e per spingere Iervolino e De Sanctis ad accelerare. La società, tuttavia, rimane della stessa idea. A breve arriverà un attaccante centrale giovane, extracomunitaria. Dopo si ufficializzerà Martegani, sperando che la querelle passaporto possa essere risolta in settimana e che il regista possa essere convocato già per la partita interna con l’Udinese. Dopo c’è l’asse con la Juve: parecchi nomi, tante trattative, ma pure continui rinvii che stanno facendo spazientire il DS. Che, adesso, se non fosse destinato alla partenza nessuno potrebbe concedere una seconda opportunità pure a gente come Botheim, Mamadou Coulibaly e Maggiore che, fino alla settimana scorsa, era nella lista dei partenti.
Difficile, tuttavia, stabilire chi abbia ragione o torto ma la società non concederà alibi a nessuno. Figuriamoci ad un allenatore che, incontrando altre squadre in estate, ha tuttavia ritardato la programmazione. E cosa accadrà se arriveranno 5 calciatori e non 7? Si può pretendere che una formazione che deve salvarsi, che ha già un’ossatura valida e che è rappresentata da un patron che in 18 mesi ha speso tanto, possa investire come un club che lotta per l’Europa? Le voci sulle dimissioni sono del tutto campate per aria, come minimo per ora. Ma chi rappresenta un realtà fatta di colpi imminenti, grossi capitali pronti per essere investiti e di clima armonioso fra le parti non svolge bene il proprio compito. Le recenti dichiarazioni sono solo l’attaccante dell’iceberg dell’insofferenza dello team tecnico e hanno destato una certa sorpresa addentro del club. Perchè prenderne sette, con l’obbligo di rispettare la lista over e la riconferma di tutti i titolari, significherebbe dover stravolgere la rosa a una settimana dall’inizio dell’anno e sacrificare giocatori che magari non hanno fatto molto bene nel recente passato, ma nei quali De Sanctis e Iervolino credono.
Image:Getty
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