L’Hellas Verona cambierà di mano entro la fine dell’anno? È una domanda che ha senso già da oltre un anno, allorchè un fondo americano aveva presentato l’offerta per rilevare la squadra da Maurizio Setti, con il patron che aveva deciso di mantenere le quote del club, vendere e effettuare il rinnovo de, magari riuscendo a sfondare la quota dei 100 milioni. Una quota psicologica, non tanto reale, perché è chiaro che Setti – ad ogni modo pagato dal Verona annualmente per essere il portiere – non avrebbe bisogno di vendere, in maggior misura allorchè le plusvalenze funzionano.
Il Verona è stato svuotato nella scorsa annata, fra Caprari e Simeone, Cancellieri e Barak (riscattato dopo per molto meno di quanto concordato). E pure adesso c’è un cartellino su ogni giocatore, da Hien – vicino all’Atalanta – a Faraoni, a un passo dal Napoli allorchè Zanoli andrà via. In generale l’idea era quella di racimolare oltre i 100 milioni fra cartellini e vendita – intorno ai 130 – e le cessioni hanno avuto un peso importante. Il Verona aveva scelto Deutsche Bank come intermediario e advisor, con il mandato appunto di trovare qualcuno intenzionato a raccogliere le offerte. Le cessioni di Ceccherini e Lasagna, al Fatih Karagumruk – a titolo temporaneo – sono la cartina tornasole di una situazione che appare cristallizzata.
Il Verona è “tecnicamente” venduto a un fondo. Ci sono alcuni passaggi formali da fare, ma l’offerta giusta è arrivata. La situazione appare incanalata ed entro la fine del 2023 dovrebbe esserci il closing. Perché usare il condizionale? Ora ci sono alcuni dettagli da limare: già a fine 2022 c’erano stati contatti molto forti, con la situazione che appariva già delineata, salvo dopo saltare. A questo giro gli accordi sembrano solo da ratificare.
Image:Getty
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