Cesare Prandelli è tornato a parlare ai media presenti, fra cui TMW, in concomitanza del premio Etica e Sport a Montecarlo, in provincia di Lucca, e lo ha fatto dal palco, cominciando da ciò che potrebbe riservargli il futuro e non solo: “Io ho sempre cercato di coinvolgere pure la società. Il fine settimana volevo sempre un dirigente presente alla riunione per fargli comprendere cosa avevamo fatto in settimana. È molto complicato ricoprire ruoli come quello di direttore tecnico, le società sono già strutturate ed ho rifiutato delle opportunità, ma sono convinto che, prima o in seguito, se ci sarà un patron che vorrebbe avere fare calcio, allora si può fare”.
Mancini ha lasciato l’Italia e subito dopo ha firmato per l’Arabia Saudita? Si è mai sentito più lontano di in questo modo dal calcio odierno?
“Non rispondo, non ho mai parlato delle scelte degli altri. Chi sono per discuterle? Sui tempi e i modi potremmo discuterli, ma sul resto nulla da dire. Io non l’avrei accettata? No, forse avrei fatto di peggio (ride, ndr)”.
Che pensa di Spalletti come ct dell’Italia?
“Si è presentato a modo suo. Hanno cercato da subito di avvicinare la gente alla Nazionale, che rappresenta tutti. Chi rappresenta un Paese deve pure reggere le pressioni e avere dei comportamenti da Nazionale. Sono stato soddisfatto e contento di ciò che ha riferito, non ha toccato temi tecnici e tattici, ma comportamentali. Può migliorare e migliorerà l’aspetto tecnico, ma dal opinione del comportanto devi essere preciso”.
Si vedrebbe bene a lavorare con i giovani?
“L’ho fatto per parecchi anni, ho iniziato in questo modo e ci ho pensato tanto prima di iniziare la carriera con gli adulti. La complicazione non è tanto sforzarsi di educare o far crescere i ragazzi, loro capiscono. La complicazione sono i genitori, ho avuto tante difficoltà, in seguito a distanza di anni mi hanno chiesto scusa. Mi dicevano che non dovevo educare perché ero un allenatore, ma non è in questo modo… Allorchè facevamo le selezioni era molto complicato. All’Atalanta c’era sinergia fra di noi e io proposi di lasciare a casa e non far fare tornei a chi era in imbarazzo a scuola per recuperare. Dirlo ai ragazzi era semplice, ma le telefonate dei genitori erano un problema. Bisognerebbe educare prima loro, in seguito forse…”.
Image:Getty
Segui le Ultime News Calciomercato Napoli
Segui le Ultime Notizie Napoli Calcio