Trovarsi impreparati e ammetterlo tranquillamente, pur sapendo da mesi che il rapporto aveva qualche problemino. È ciò che ha fatto Aurelio De Laurentiis nella giornata odierna, con le sue parole su Rudi Garcia. Praticamente squalificandolo, rendendolo tuttavia più attaccabile di ciò che è. Il ragionamento è quello di avere cinque o sei – o sette, otto, nove – nomi nella testa e dopo scegliere il decimo per mancanza di altre soluzioni. “Ho interrogato Thiago Motta, ma non ha ritenuto il rischio di dover prendere il posto di un allenatore che ha aveva fatto ciò che ha fatto. Ho chiamato Luis Enrique e meno male che è andato in Francia, guardate che risultati sta facendo. Lui non mi aveva nemmeno convinto negli excursus dialettici che abbiamo avuto per tre giorni. Ne ho chiamati parecchi”.
Come fare a uscire da queste dichiarazioni? Non c’è una via di uscita se non quella di avere capito di avere fatto uno sbaglio e rivoluzionare ciò che è stato fatto in estate. E dopo, a bocce ferme: Rudi Garcia non vince nulla dal 2010-11, è stato una volta allenatore della Ligue 1 (2011) e tre volte miglior allenatore francese nel 2012, 2013 e 2014. Alla Roma è stato esonerato dopo due stagioni ottime, da secondo posto. “Dopo lunghi sforzi del secondo campionato, dopo il derby che confermò il nostro secondo posto, dissi ciò che pensavo sul gap con la Juventus, sull’impossibilità di vincere lo scudetto. A quel punto è finita, la mia strada era segnata”.
Da lì in dopo, ma, non delle grandi stagioni. Due volte quinto e una volta quarto con l’OM, un settimo (da subentrato) e un quarto posto con l’OL. Dopo la risoluzione con l’Al Nassr e, in maggior misura, la grande sensazione che non fosse più quello di una volta. Il Napoli, difatti, è stato una sorpresa, un fulmine a ciel sereno. Lo scopo è ancora prematuro detto, purtroppo.
Image:Getty
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