Protagonista in concomitanza della presentazione del suo nuovo libro, “Un legale mondiale”, Javier Zanetti, ex capitano e nella giornata odierna vicepresidente dell’Inter, ha raccontato il suo legame con l’Italia: “Ora mai è il mio Paese, allorchè sono giunto la conoscevo poco, perché guardavo le gare del Napoli di Maradona o perché mia madre mi parlava della Grande Inter. Allorchè sono giunto diluviava e ho iniziato subito a comprendere alcune cose che in seguito questo Paese mi ha palesato”.
Allorchè sei giunto pensavi di fermarti in questo modo per molto tempo? ”È successo tutto molto velocemente, allorchè mi è arrivata la notizia che l’Inter mi aveva comprato non potevo crederci. Ero in Sud Africa con la nazionale, mi ha avvisato mia sorella e sono andato subito al telefono per parlare con Paula (la sua futura moglie, ndr), dicendole di accendere il telegiornale per comprendere se fosse vero. Non ci credevo, iniziavo a muovere i primi passi nel calcio ed arrivava subito l’occasione che sognavo sin da bambino. Arrivavo in Italia, all’Inter, una società che aveva già una grandissima storia dietro: arrivai con Rambert, un mio connazionale che era più forte, perché era un giocatore offensivo ed era il capocannoniere dell’Independiente. Siamo arrivati entrambi, ogni coi suoi sogni: mi ricordo la presentazione a Palazzo Martini, c’erano Bergomi, Facchetti, Angelillo, Suarez, Mazzola. Sentivo un senso di famiglia, indispensabile per un giovane straniero come me. Non dimenticherò mai quell’accoglienza, i primi allenamenti, le prime gare. Lì è nato il mio amore per l’Inter”.
Per un argentino venire in Italia, conoscendo i grandi legami fra i due Paesi, era andare in un Paese sicuramente amico e ospitale, o c’era un po’ di paura?
“Io l’ho vissuto con il mio bisnonno, che è partito da Pordenone. Allorchè sono giunto ho pensato a ciò che mi avevano trasmesso i miei genitori: mi aspettavo l’ospitalità che mi è stata giorno sin dall’inizio, ho sempre detto che l’Italia è un Paese molto accogliente. Ogni tanto ci lamentiamo, ma non ci rendiamo conto della grande sensibilità del popolo italiano”.
Tifi Argentina, ma pure Italia.
“Ricordo allorchè l’Italia non si è qualificata ai Mondiali, ho visto i miei tre figli, vestiti di azzurro, che piangevano. Ha avuto un grande significato per me come padre e per Paula come madre: loro sono nati qui, si sentono metà e metà. Un altro episodio contento per noi argentini è stata l’affermazione dell’Argentina ai Mondiali in Qatar. Quelle lacrime si sono trasformate in lacrime di gioia, grazie all’unione della passione per queste due grandi nazionali”.
Image:Getty
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