Insigne alla Lazio a gennaio? Si potrebbe fare e non ci sarebbero grossi problemi economici a frenare l’operazione. Questo perché Insigne ha avuto per due anni la residenza negli Stati Uniti: nel 2022 è stato sei mesi e un giorno (183 per questa ragione) dal primo di luglio al trentuno di dicembre. Nel 2023 tutto l’anno, per questa ragione eventualmente usufruirebbe pure del Decreto Crescita se firmasse per due anni con una formazione italiana. Qui tuttavia ci si incrocia con quanto detto da nella giornata odierna del patron Claudio Lotito: ““Guardi, a me non hanno detto niente riguardo a questa cosa, a me pare una mezza stupidaggine, se non qualche cosa oltre. Faccia una cosa, parli con il DS (Fabiani ndr), non so se nelle loro previsioni abbiano pensato a qualche cosa, presentemente non sono informato di questi fatti. Sarri che vorrebbe avere Insigne? Le ripeto, a me non risulta, mi pare una stupidaggine…“.
Che Sarri chieda un esterno con le caratteristiche dell’ex Napoli è vero. E allenare un suo fedelissimo dei tempi azzurri è chiaramente un qualche cosa che farebbe piacere. Dall’altro lato c’è Lotito che, per tutt’estate, non è riuscito a trovare gli accordi con i calciatori che chiedeva espressamente il suo allenatore (Zielinski, Ricci, Berardi) andando in seguito a selezionare profili simili ma non gli stessi. Inutile dire che c’è una dicotomia netta sul mercato e che Insigne potrebbe pertanto essere un campo di ulteriore scontro.
Insigne guadagna 7,5 milioni di dollari dal Toronto – ma il minimo garantito è di 15,4 milioni con i diritti di immagine – e ha un accordo lungo, fino al 2026. L’intenzione tuttavia è quella di tornare in Europa – con un grosso sacrificio economico – dopo un anno e mezzo in Major League Soccer, salvo che non arrivi una proposta dall’Arabia Saudita che, comunque, sarebbe valutata tranquillamente. Il Toronto, da par suo, potrebbe pure liberarlo, come avrebbe fatto con Bernardeschi quest’estate per il Besiktas.
Image:Getty
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