Allorchè un’annata è storta, pure la diva bendata ti gira le spalle. E’ successo ieri alla Salernitana che, contrariamente a quanto accaduto nelle partite con Fiorentina e Bologna, ha disputato una prova onorevole a Bergamo portandosi in vantaggio, sfiorando il raddoppio e “rischiando” di pareggiarla tre volte prima del crollo finale. Il palo di Dia (ottavo legno stagionale per la Bersagliera, pure questo dato rende bene l’idea), il miracolo di Carnesecchi e l’azione del terzo gol nerazzurro forse viziata da un fallo di mano sono episodi che gridano vendetta e che hanno spinto Inzaghi, in sala stampa, a fare i complimenti alla squadra. Se la proprietà voleva vedere carattere, insomma, è stata parzialmente accontentata. Se, ma, si torna a casa con un 4-1 pur giocando benino, è evidente che vadano fatte tante riflessioni.
A partire dal reale valore della squadra. A metà classifica per monte ingaggi, composta da quei giocatori che pochi mesi fa facevano sognare Salerno, con 10 nazionali e gente che sarebbe titolare pure in qualche big, ma con lacune difensive clamorose. 98 gol incassati in 15 mesi: questo il dato dell’era De Sanctis. Il direttore sportivo, certo non l’unico colpevole, un anno fa spese 27 milioni di euro per Lovato, Pirola, Bronn, Sambia, Daniliuc e Bradaric senza che nessuno, ad nella giornata odierna, abbia fatto la differenza. La scorsa estate, viceversa, atteggiamento diametralmente opposto: nessun innesto pur con la partenza di Troost Ekong. E tutti i nuovi innesti, fatta eccezione per Costil (voluto da Sousa), hanno deluso. Tchaouna, Ikwuemesi e Legowski, ad a questo punto, non sono da serie A, Martegani è una grossa delusione, Cabral era partito bene e dopo si è spento, Stewart è già fuori dalla lista. Qualcuno di loro sarà pure un discreto prospetto in chiave futura, ma non affiancare loro gente esperta, di categoria, è stato uno sbaglio che pesa.
E a questo punto? Inzaghi avrà altre due gare per blindare la propria posizione. Il calendario, ma, non aiuta: Milan, Juventus, Napoli e Roma in rapida successione, con il 2023 che si chiuderà a Verona per uno scontro diretto di vitale importanza e che, se sbagliato, potrebbe spingere la proprietà a fare delle riflessioni pure sul mercato. Ma chi lo farà il mercato? De Sanctis si è impegnato tanto, ma i risultati non arrivano e Iervolino ha espresso pubblicamente il suo malcontento. Petrachi è stato offerto dalle stesse persone che spinsero per l’arrivo di Inzaghi: nessun contatto. Foggia è pista che rimane calda, ma la piazza sogna il Sabatini-bis. C’è la massima disponibilità da parte del dirigente, qualcuno in società ha già dato il placet: palla al patron, a lui la decisione definitiva. E potrebbe non essere l’ultimo ritorno. Sabatini ha grande stima di Nicola, il mister è tuttavia libero e non si è lasciato male con la proprietà. Chissà.
Image:Getty
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