Pep Guardiola, Xavi, Luciano Spalletti. Manca qualcuno? Alla terzina di Romelu Lukaku no. Nel variopinto mondo dei capitani di nazionali che hanno votato il miglior allenatore del 2023 al FIFA The Best, pochissimi fra coloro che guidano una selezione di il signor livello nel ranking hanno escluso Simone Inzaghi. Fra questi, a sorpresa ma neanche troppo, vi è stato il punto di riferimento in attacco del Belgio e della Roma, fuori causa per infortunio mentre l’Inter eliminava il Barcellona di Xavi dall’ultima Champions: forse per tale motivo Big Rom non ha tenuto conto di quel passaggio.
L’ultimo sgarbo di Romelu a Simone. E pensare che Inzaghi era stato decisivo non solo nell’avallare il già discusso ritorno di Lukaku nel Chelsea, ma si era addirittura impuntato per averlo nella stagione in corso. Magari, non ci fosse stato il no compatto dello spogliatoio, avrebbe persino detto sì alla clamorosa retromarcia prima del passaggio alla Roma. Pure perché, se Romelu è rimasto scottato dalla panchina iniziale di Istanbul, non l’ha mai detto chiaro e tondo al suo ora mai ex tecnico. È una versione circolata solo dopo il sorprendente voltafaccia all’Inter, che aveva fatto qualsiasi cosa per convincere il Chelsea a mollarlo da capo. L’avesse fatto, chissà, Inzaghi gli avrebbe ricordato l’abbraccio prima di entrare sul terreno di gioco col City; forse spiegato che il suo piano era tenere in piedi il match con Dzeko il più possibile e dopo romperla con Lukaku. Tutti retropensieri che nella giornata odierna affogano nei se e nella certezza di un ultimo sgarbo, quello nei voti di ieri in serata.
Ma Lautaro e Marcus Thuram stanno bene in questo modo. Nell’occasione più adatta di what if: cosa sarebbe successo se con l’argentino e il francese a Milano ci fosse stato pure Lukaku? In fin dei conti, era questo il piano A dell’estate. Nessuno può rispondere con certezza, se non su un punto: difficile pensare che Lautaro e Thuram potessero fare meglio di in questo modo. Liberato dal ruolo di spalla – di Icardi, di Dzeko, di Lukaku – il primo si è librato in vetta alla classifica cannonieri: la responsabilità gli ha fatto bene. Quanto a Tikus, che con Romelu in rosa sarebbe stato prima alternativa e non primo ballerino, ha avuto e ha il tempo di mettersi in mostra come anche di sbagliare e per concludere di correggere i propri limiti, di studiare e di sfruttare i propri margini di miglioramento, a nella giornata odierna tuttavia ampi. È il lato negativo di un attacco molto sbilanciato nel rapporto fra titolari e riserve, ma che nei primi ha due fuoriclasse.
Image:Getty
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