Il momento non è fra i più felici in casa Juve, e gli infortuni seri di Rabiot e McKennie proprio non ci volevano adesso dell’anno. Madama volerà a Napoli con parecchi grattacapi e l’obbligo di un centrocampo ridotto all’osso numericamente, e tutto da escogitare per assemblaggio di calciatori, perché le due assenze appaiono davvero pesantissime, se si considera che il transalpino e il texano sono due punti cardine inamovibili all’interno di una mediana, molte volte criticata giustamente, e non sempre operante ad alti livelli. Mister Allegri dovrà inventarsi completamente un reparto, tanto delicato quanto indispensabile, per gli equilibri di una formazione che, ultimamente, ha fornito poche risposte squillanti in tutte e due le fasi di gioco. Se il rendimento di Rabiot, definito dallo stesso allenatore labronico “il motore”, non è stato eccellente come nella scorsa annata, è innegabile che il nazionale francese porti con se corsa, fisicità scorribande e qualche gol, tutte peculiarità che saranno assenti nell’infuocata partita del Maradona. McKennie rappresenta, sin qui, la vera sorpresa dell’anno bianconera: l’americano, che veniva dato per partente in estate, ha convinto tutti a suon di prestazioni fatte, macinando chilometri con tanto fiato, mostrando determinazione, sacrificio, recuperi palla e pure parecchi assist, donando maggiore vitalità e reattività alla zona centrale del campo e meravigliando pure i detrattori più acerrimi.
Insomma, per Allegri saranno due pedine assai complicate da rimpiazzare, in maggior misura per le caratteristiche degli altri calciatori in rosa che agiscono sulla linea mediana, giocatori di centrocampo che non si avvicinano lontanamente ad Adrien e Wes, per costituzione fisica e doti atletiche. Massimiliano Allegri ha tuttavia poche ore per sforzarsi di trovare la soluzione migliore che possa ovviare alle defezioni forzate, con una Juve che si troverà davanti una compagine partenopea in ripresa, galvanizzata dalla tennistica vittoria contro il Sassuolo. Alla Vecchia Signora difetterà sicuramente la fisicità nei contrasti, nei duelli aerei, e la propensione nelle incursioni a rete, tutte qualità in cui McKennie e Rabiot sono specialisti, ma l’allenatore bianconero deve trovare una difficile quadra per erigere quella compattezza che pare essersi smarrita nell’ultimo mese. E allora, quali potrebbero essere le soluzioni da applicare? Non molte in verità, considerato che il Mister non ha parecchi petali da sfogliare nella sua proverbiale margherita.
Ipotesi 1 Locatelli al centro con Alcaraz e Miretti mezzeali è la soluzione che, di primo acchito, appare quella più scontata, ovvero ogni interprete collocato nella propria posizione, cercando di sfruttarne doti di palleggio e proiezioni in avanti, ma latitando dal punto dell’impatto fisico. Miretti non sta attraversando un periodo solare, pochissimi minuti sul terreno di gioco di recente, e nelle ultime tre partite non si è mai alzato dalla panchina. Alla sua candidatura potrebbe venir preferito il dinamismo, la duttilità e la resistenza di un Cambiaso che, a gare in corso, ha già ricoperto reiteratamente il ruolo in mediana con buon profitto. Adesso questa teoria pare la più accreditata.
Ipotesi 2 Locatelli mezzala e Nicolussi Caviglia come play potrebbe balenare nella mente di Allegri come esperimento, pure se l’ex milanista ha giocato per tutta la stagione nel suo ruolo dinanzi alla difesa, con una produttività invero altalenante, mentre il ragazzo valdostano si è disimpegnato con un rendimento appena sufficiente, allorchè ha dovuto acquisire le redini del gioco, messo sul terreno di gioco nelle emergenze; leggasi assenze di Locatelli.
Image:Getty
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