Ivan Juric è il nuovo allenatore della Roma e cambierà sicuramente tanto a livello tattico e di approccio da parte del club giallorosso. Lo schema sarà senza ombra di dubbio il 3-4-2-1, con un attaccante forte di riferimento, due braccetti nel reparto arretrato (uno che si sgancia, l’altro più bloccato), due calciatori in mediana capace di fungere sia da frangiflutti che da ripropositori, due esterni di grandissima gamba e due trequartisti dietro l’attaccante. L’alternativa è un uomo solo, da vertice alto del centrocampo, dietro una prima e una seconda punta. E il team della Roma pare già pronta per il gioco di Juric.
La linea difensiva a tre e le perplessità su lacune e titolari
In concreto Daniele De Rossi, dopo la permanenza di Paulo Dybala in giallorosso, aveva già deciso di non giocare più a quattro dietro e gli arrivi dell’ultima adesso (supplementare…) nel reparto arretrato, Mats Hummels e Mario Hermoso, raccontano di una svolta a tre già fatta. Sarà da comprendere quanto Mile Svilar, fra i pali sarà affine al gioco di Juric, non è certo scontato perché da lunghissimo tempo chiede portieri con caratteristiche ben determinate (Pandur al Verona e Milinkovic-Savic al Torino erano i suoi ‘tipi’ ideali). Dietro c’è pure Gianluca Mancini e con loro anche Evan Ndicka. Chi di loro è abituato a un gioco dal pressing alto e costante? Nessuno ha mai provato un calcio ‘gasperiniano’, pure se l’ultima versione di Simeone aiuterà certamente tanto Hermoso.
Caccia ai nuovi Ricci e Ilic e il rebus esterni
A centrocampo il suo ‘tipo’ sono Ricci e Ilic, due registi e interditori, capaci a tre e a due. Polivalenti, duttili, versatili, solidi a livello fisico, precisi a livello tattico, puliti tecnicamente e capaci pure di verticalizzare il gioco. In questo forse Bryan Cristante pare più ‘lento’ rispetto alle idee di gioco di Juric, non è da escludere che dopo lunghi sforzi possa diventare il nuovo Tameze continuando a galleggiare fra mediana e centrocampo. Leandro Paredes ha pochissima verticalità, quella che viceversa può trovare Enzo Le Fée che dopo lunghi sforzi potrebbe formare proprio la coppia mediana. Sugli esterni Angelino pare disegnato per Juric, sulla destra è da comprendere se schiererà un terzino più di contenimento come Zeki Celik o cercherà di scoprire Saud Abdulhamid. E occhio a Nicola Zalewski, se dovesse rientrare nel giro della prima squadra, sulla sinistra potrebbe rappresentare quel che è stato Lazaro nell’ultima gestione Juric al Toro ma sull’altro out.
Quale big rimane fuori dinanzi?
E dopo ci sono trequarti e attacco. Lorenzo Pellegrini pare rappresentare una certezza pure a livello tattico, quello capace di stringere più al centro, di dare spazio alle sortite dell’esterno, Angelino, che dovrà tuttavia ingrandire il numero di traversoni dall’esterno. Dall’altra parte Matias Soulè pare tatticamente un giocatore che in passato l’allenatore croato ha già allenato mentre non ha mai avuto un Paulo Dybala ed è da comprendere quanto spazio (e invece di chi?) troverà Tommaso Baldanzi. Come centravanti, pochi dubbi. Artem Dovbyk, come Duvan Zapata.
Image:Getty
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