In questo simpatico editoriale di metà novembre che – toh – coincide con la straordinaria pausa per la Nazionale, ci tenevo a dire tre cose di numero, ma proprio tre.
La prima
Se vi dicono che i fondi sono cattivi e se ne fottono vi stanno dicendo una roba molto arraffona e parecchio retorica. I fondi non sono cattivi, ottimizzano. E la motivazione è semplice: devono rendere un prodotto appetibile per in seguito poterlo vendere e farci un sacco di grano. In quest’ottica non esiste fondo che scelga di mandare tutto scientemente affanzum, sarebbe molto più “Tafazzi” che “fondo”. Questo per dire cosa? Che Oaktree sta facendo cose. E le sta facendo con l’appoggio di Marotta e Ausilio. E parliamo di rinnovi che, nel calcio moderno, sono più importanti degli acquisti. E sono ben sei, tutti non banali. Si va da Yann Bisseck (2029), a Denzel Dumfries (prossimo annuncio). Prima erano arrivate le firme di Barella, Lautaro, Asllani e di mister Simone Inzaghi. Un’operazione complessiva da 183 milioni lordi da qui al 2029, mica bruscolini. Morale: non fatevi fottere da chi pensa che l’Inter sia nelle mani degli orchi, lor signori vogliono guadagnare e lo vogliono fare passando da una formazione che riesca a rendere sul campo come, fra l’altro, sta facendo da tempo.
La seconda
Lautaro Martinez ha giocato male contro il Napoli. E vabbé succede. E non sta certamente passando la sua migliore fase in nerazzurro. Oh, succede pure questo. Nonostante questo ha ad ogni modo portato gol e punti, non parecchi quanto l’anno passato, ma li ha portati. E prosegue a sbattersi in attesa di ritrovare la forma migliore. Ci sta chi gli dà dell’appesantito, del lassista, ci sta chi dice “svegliati!”. Come se fosse normale essere al 100% sempre. L’altra settimana il signor Buongiorno (fortissimo) è stato più bravo di lui, l’altra sera il Toro è andato in gol un gol bellissimo con l’Argentina. Morale: lasciatelo fare, non tradirà. E sapete chi ci dà questa certezza? Il suo “storico”. Annualmente arrivano in massa a rompergli le balle, annualmente termina la stagione con numeri impressionanti e migliori dell’anno scorso. Lunga vita al capitano.
La terza
È stata la settimana del deliro innescato dalle parole di Antonio Conte da Lecce. È stato bravissimo, l’ex ct. Ha buttato nella mischia un’esca micidiale e molti ci sono cascati: qualcuno per davvero, altri solo per convenienza.
Ebbene, quella di Antonio Conte da Lecce è banalissima strategia, non ci vorrebbe avere una volpe per capirlo, basta osservare ciò che ha riferito e fatto in passato. Il dato in concreto, tuttavia, è che ogni volta riesce a fottere un sacco di gente con la scusa inattaccabile e paraculissima della “giustizia”. “Bisogna cambiare il protocollo! In questo modo si rischiano i retropensieri!”. Quella del bell’Antonio voleva passare per un’intemerata fatta per il bene del calcio, mica per il suo, giammai. Ma, ci consenta, “Ccà nisciuno è fesso” (cit.).
La riprova che certe frasi non sono affatto frutto dell’improvvisazione è patronato dalla sintesi proposta in questo luogo e là in seguito alle parole contiane. Nei migliori e peggiori Bar Sport non si dice “Evviva Conte che vorrebbe avere un regolamento più corretto per il bene del giuoco e di tutti noi!” ma “Marotta lig! L’Inter rubbba!” (con tre B).
Del resto se vuoi lanciare un messaggio “puro” lo fai a mente fredda e nei luoghi adatti, se viceversa intendi mettere pressione al tuo avversario – magari ciò che ritieni più competitivo in ottica scudetto – allora alludi e alludi e alludi. “Il retropensiero…”, come no.
Image:Getty
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