Qualche cosa, quel pareggio-beffa in ultimo minuto che la Juventus ha strappato con il penalty realizzato da Dusan Vlahovic, ha lasciato. Sì perché se sei ultimo in classifica ed esci arrabbiato dopo un 2-2 a Torino contro i bianconeri, significa che non sei affatto in caduta libera arreso al destino come la classifica potrebbe far pensare, piuttosto. Certi limiti rimangono ed emergono, su tutti quello della concentrazione e della malizia: su 29 gol subiti, il Venezia 12 se li è fatti praticamente senza nessuno fra autoreti, rigori regalati o palloni persi nel primo quarto di campo. Troppi, bastava corretto qualche regalo in meno per parlare di una classifica del tutto differente. Ma di nuovo la squadra ha palesato di essere con Di Francesco: prima per parola dei suoi giocatori, che assicurano da lunghissimo tempo di riconoscersi nell’identità trasmessa dal proprio allenatore, in seguito nei fatti, poichè a differenza di altre squadre relegate sul fondo della classifica, gli arancioneroverdi hanno sì perso il più delle volte, ma quasi mai tirando i remi in barca (distintamente che nello 0-4 contro il Milan, giunto tuttavia più per gli episodi che per una resa della squadra e nello 0-3 di Bologna). La squadra mostra immaturità nel gestire le situazioni delle varie gare, ma sta tenendo testa alla maggior parte delle squadre a livello di prestazione.
Ko Svoboda: che tegola
E’ arrivata una tegola non da poco, tuttavia. Michael Svoboda ha riportato la rottura del crociato e verrà operato: la stagione per lui è con tutta probabilità finita. Stiamo disquisendo di uno dei fedelissimi del tecnico, fra i pochi a non essere mai stato coinvolto nel turnover, insieme ad Jay Idzes su tutti. Se già si sapeva che il mercato doveva portare un innesto nel reparto arretrato per dare manforte ad una retroguardia che ha bisogno forse di maggior esperienza, questa pessima notizia non fa che aggravare questa necessità ed a questo punto le partite contro Cagliari e Napoli diventano tuttavia più complesse da preparare, includendo nella considerazione che negli altri reparti sono da valutare pure le condizioni dei vari Duncan, Sagrado e Raimondo.
Sbocciano Oristanio e Nicolussi Caviglia
In una stagione in questo modo complicata, sbocciano i talenti di Oristanio e Nicolussi Caviglia. Dell’ex Inter se ne è parlato tanto, in maggior misura dopo che l’ha messa all’incrocio direttamente da calcio d’angolo, contro il Como. Si è parlato meno del giocatore della fascia centrale del campo che la Juventus ha lasciato partire senza troppi rimpianti e che è tornato dinanzi agli ex tifosi a mostrare una confidenza nei propri mezzi prima sconosciuta. Entrambi sono un’intuizione del DS e General Manager del club, Filippo Antonelli, uno che in carriera ha mostrato di saper come si fa ad individuare il talento in calciatori su cui altri non sono in questo modo sicuri. Ed entrambi sono da considerare tutti del Venezia: il prestito del giocatore della fascia centrale del campo è solo pro forma, ma il riscatto è certo. Si veda allorchè a Monza lo stesso Antonelli portò lo sconosciuto Carlos Augusto, per esempio. Ecco perché pure calciatori che nella giornata odierna vengono considerati come degli oggetti misteriosi, da Sagrado a Schingtienne e Yeboah, suggeriscono di essere aspettati tuttavia un po’: d’altronde se vengono costantemente presi in considerazione da Belgio Under 21 e dalla Nazionale maggiore dell’Ecuador, un motivo ci sarà. Dopo che il mercato potesse essere completato meglio con altri innesti, questo è evidente, pure se non totalmente dipendente dalla volontà della dirigenza (ma pure per motivi di budget ristretto).
Va detto in seguito che un conto è individuare il talento, un altro è valorizzarlo: in parecchi dopo le prime gare erano pronti a bocciare lo stesso Oristanio per esempio, che nella giornata odierna è un lontano parente di quello giunto ad agosto. Gli step di crescita che si diceva dovesse fare Nicolussi Caviglia in seguito, li sta facendo tutti quanti, uno per uno: dalla necessità che sia più leader sul terreno di gioco (per esempio nell’aiutare i compagni e nel farsi dare palla nelle zone calde) al tirare ancora in porta, come pure nel far girare la squadra con la sua regia. Altri ne dovrà fare, per esempio a livello comunicativo. Solo la passata stagione sotto la sua guida sono emersi i vari Soulé, Barrenechea, Okoli e Brescianini, al Sassuolo Berardi guida i giovani da lui trasformati: si può dire dunque che Eusebio Di Francesco lo abbia rifatto un’altra volta, aspettando, consigliando, lavorando con pazienza talenti che a questo punto tutti riescono veder risplendere, ma dopo duri mesi di svezzamento.
Image:Getty
Segui le Ultime News Calciomercato Napoli
Segui le Ultime Notizie Napoli Calcio