Roberto Saviano ha rilasciato una intervista a La Gazzetta dello Sport per parlare della sua passione per il calcio e per il Napoli nello specifico: “Maradona? Avevo 11 anni allorchè con l’Argentina vinse al San Paolo contro la Nazionale a Italia ‘90. Confesso che ci sta stato un momento in cui ho tifato per lui, come parecchi. A noi Diego ha regalato la possibilità di rivoluzionare il destino di tifosi, non avevamo mai vinto e lui ci ha aperto all’affermazione. Lo abbiamo amato per il suo sguardo, con i suoi vizi, per la sua generosità e per quella quotidianità sotto assedio, sempre”.
Sull’amicizia con Manuel Estiarte: “Un genio che in carriera ha giocato pure per il Volturno. Ma io tiravo delle fetecchie che non prendevano mai la porta. Manuel sta dentro di me, un fuoriclasse di quello spessore con un senso della professionalità quasi inarrivabile. Allorchè mi ha presentato Messi? Ero a Barcellona, vengo invitato al Camp Nou praticamente per testare un cubo di vetro ove dopo sarebbe stato ospitato Obama, di lì a poco. Insomma, faccio quasi da cavia. E Manu mi fa conoscere Messi, che non so bene perché sia stato paragonato a Maradona. Lionel è enorme, ci mancherebbe, ma Diego è stato un dono concesso all’Argentina, a Napoli e in generale all’umanità”.
Dopo sul ritorno allo stadio del Napoli: “Mi piacerebbe, ci sarei potuto andare – non sarebbe stato agevole, chiaramente – ma a il signor punto, sa com’è la scaramanzia, ho preferito evitare. Vuoi vedere che perdiamo proprio nell’a questo punto e mezza in cui ci sto io? mi sono detto. Voglio la stella. La merita De Laurentiis che, lo comprendo, lascia che la narrazione su di lui si fermi al manager calcistico, mentre gli va riconosciuto il merito di aver estirpato la camorra dallo stadio. La presenza della delinquenza nelle curve sta riemergendo ora, con le varie inchieste che hanno mostrato l’omertà di alcune proprietà”.
Image:Getty
Segui le Ultime News Calciomercato Napoli
Segui le Ultime Notizie Napoli Calcio