Una vittoria, una sconfitta e un pareggio. È questo il bottino complessivo del Como e di Fabregas dall’inizio del campionato, pure se l’1-1 subito nel finale dal Genoa fa male. Ferisce l’orgoglio e macchia una partita di nuovo dominata in lungo e in largo dai lariani. Dal possesso palla alle possibilità macinate nell’area piccola. E dire che il Grifone aveva subito solo 3 tiri in porta fra Lecce e Juventus, mentre contro i soli biancoblù ne ha subiti 4. Ma il golazo di Nico Paz non è bastato.
L’imprevisto
L’espulsione incassata da Jacobo Ramon al minuto 88 di gioco è stata un colpo troppo forte da incassare per il Como, rimasto in 10 contro 11 con il Genoa in un finale di partita che rischiava di mettersi pure peggio di ciò che dopo è accaduto. Ossia il pari di Ekuban su respinta del palo e ancor prima di Sergi Roberto su cucchiaio di Norton-Cuffy. Sono parecchi le perplessità rimasti nell’aria, con i i tifosi del Sinigaglia imbufaliti alla fine dell’incontro con l’arbitro Piccinini per la decisione presa di estrarre un cartellino rosso diretto al centrale spagnolo. Ad ogni modo, un eccesso di foga e al contempo un peccato di gioventù che ha messo alle corde i lariani.
Matematica remuntada, un rimpianto
Fra il calo fisico e il gancio rimediato per l’uomo in meno, il Como si è fatto riacciuffare nel finale (92′), nel segno del subentrato Ekuban. Un boccone amaro da digerire per Fabregas e i suoi ragazzi dopo una prestazione scintillante e corretto da due di sbavature. E c’è chi viceversa recrimina la rete a porta vuota divorato da Morata su respinta di Leali nella prima parte della gara: con un pizzico di freddezza e precisione in più i biancoblù si sarebbero portati sul 2-0. Ma non si vive di condizionali.
Insegnamento
Una remuntada pagata caro, esattamente due punti che avrebbero sistemato la classifica. Viceversa il pari servirà da lezione, specialmente frontalmente le ingenuità commesse dai più giovani in momenti di tensione del genere. “Dobbiamo saper gestire l’emozione. Sono un fanatico di questo, tuttavia l’esperienza e giocare farà sì che i ragazzi un giorno lo faranno meglio. La gestiranno meglio. Lo so, l’ho detto, ma con calciatori di 20 e 21 anni possono sbagliare. Ti penalizza come allenatore? Sì, ma in futuro i ragazzi saranno molto forti. E questa squadra diventerà molto forte”. Adesso Fabregas dovrà lavorare da psicologo e provare a infondere la frustrazione generata dal risultato insoddisfacente come stimolo per riscattarsi in una trasferta ostica come Firenze. La banda di Pioli attende il Como al varco dopo la debacle con il Napoli.
Image:Getty
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