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L’ex difensore Alessandro Renica, intervenuto ai microfoni di NEWS Radio durante la trasmissione Maracanà, ha offerto un’analisi lucida e interessante sulle difficoltà che sta vivendo il Napoli di Antonio Conte in questa stagione.
Qual è il tuo giudizio sulle attuali problematiche del Napoli?
“Dire che questo gruppo non segue Conte è, secondo me, un errore. I giocatori lo ascoltano e lo supportano, ma il vero problema è un altro: una serie di infortuni piuttosto gravi ha condizionato pesantemente la squadra. Questo fattore ha generato anche una certa apprensione nei calciatori, che talvolta scendono in campo con la paura di subire ulteriori guai fisici. Inoltre, alcune dichiarazioni, come quella di Lang che ha svelato di aver passato ventotto giorni in ritiro senza toccare palla durante gli allenamenti, e le parole di Lobotka, hanno contribuito a creare una situazione complessa. Conte, che ha sempre incontrato difficoltà quando deve gestire il doppio impegno settimanale, sta inevitabilmente pagando lo scotto di una rosa limitata nelle rotazioni. Al contrario, domenica scorsa si è visto come l’allenatore del Bologna, Italiano, abbia operato numerosi cambiamenti nell’undici titolare, mantenendo comunque compattezza e qualità. I nuovi giocatori del Napoli, come Lang, necessitano di continuità: devono poter partire dall’inizio, e non soltanto entrare a gara in corso ogni tanto. Giocare con la paura di un infortunio limita la libertà mentale e l’efficacia in campo. Proprio per questo motivo – ha concluso Renica – i giocatori chiedono a gran voce un abbassamento dei ritmi degli allenamenti, per preservare l’integrità fisica.”
Passando al Bologna, quali ambizioni può coltivare la squadra guidata da Italiano?
“Personalmente credo che il Bologna abbia tutte le carte in regola per puntare ad un piazzamento in Champions League. L’ambiente è coeso e remano tutti nella stessa direzione, fattore fondamentale per costruire qualcosa di importante. Italiano, insieme al suo staff, ha da sempre parlato di progetto a lungo termine e del coinvolgimento di tutta la rosa. Questo si traduce in un gioco efficace anche quando vengono cambiati molti elementi in campo; il segnale è chiaro: c’è grande unità d’intenti tra squadra, tecnico e società.”