Con tanta sofferenza, con troppa sofferenza, con tanta paura, con troppo timore di un buon Brescia che, tuttavia, non può considerarsi all’altezza di un Liverpool o di un’altra top italiana ed europea. Il Napoli vince la sua prima finale stagionale, quella contro Balotelli & co.: dopo i ko con Juventus e in maggior misura Cagliari, Ancelotti è ben consapevole che non può più perdere distanza dalla vetta, che se vuol seguitare a lottare per il vertice, esiste un solo risultato: il successo, pure se sporca, pure se non brillante nel gioco, pure se arriva fra qualche sofferenza. Ed è per tale motivo motivo che se la prima finale è stata contro il Brescia, la seconda finale sarà contro il Torino e in questo modo fino alla volata di primavera. Perché Inter e Juventus si toglieranno punti fra di loro, ma hanno già palesato che sarà durissima per le altre strappare punti alla capolista ed alla sua più contigua inseguitrice.
I DUE NAPOLI. Il successo contro il Brescia riporta il Napoli ad una distanza più colmabile con Inter e Juventus, sperando forse in un pareggio fra Sarri e Conte e sempre partendo dal presupposto di un altro successo, questa volta più complesso, in casa del Toro dell’ex Mazzarri. Se a scendere sul terreno di gioco, sia a Genk in Champions e in maggior misura contro il Torino all’Olimpico, sarà il Napoli visto nel secondo tempo, allora sarà complesso immaginare altri successi. Le assenze nel reparto arretrato sono una giustificazione che non può esser complessiva: chiaro che penalizzino sia nella prima costruzione sia nelle chiusure, ma una squadra molto forte che punta ai vertici nazionali e continentali deve soffrire meno e realizzare ancora. Sono stati Manolas ed nello specifico Mertens a sottolinearlo a fine gara. Inoltre, la sospetta elongazione del bicipite femorale di Maksimovic toglie, per la sfida di Torino, un’ulteriore certezza.
I GOL “DEGLI ALTRI”. Riprendendo tuttavia quanto detto da Manolas, ciò che manca sono i gol. E se Mertens sta assolvendo appieno al suo dovere, molto meno stanno facendo gli altri dell’attacco. Compito di Carlo Ancelotti nel trovare nuove soluzioni, compito degli attaccanti quello di avere meno conti in sospeso con la buona sorte.
Image:Getty
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