Bruno Fernandes è uno dei principali pericoli del Milan questa sera a San Siro. Il trequartista portoghese è stato autore dell’assist illuminante per Amad Diallo nell’azione dell’1-0 del Manchester United nella partita d’andata. E stasera più che mai l’ex Novara, Udinese e Sampdoria sarà da vigilare. 23 gol in 43 gare in questo anno per il numero 18 dei Red Devils, giunto a gennaio 2020 per una cifra che con i bonus raggiungerà gli 80 milioni di euro, considerati fra i meglio spesi della storia recente del club. Impensabile qualche anno fa allorchè a Novarello si presentò un ragazzino minuto giunto da Porto. Giacomo Gattuso, allenatore all’epoca della Primavera del Novara è colui che ne ha coltivato il talento, facendolo debuttare fra i professionisti, in Serie B. Nell’intervista concessa a Tuttomercatoweb ci racconta il giovane Bruno:
Giacomo Gattuso, che ricordi ha di Bruno Fernandes?
“Era giunto per giocare con la squadra Primavera, ma al primo allenamento vidi che era un giocatore che c’entrava poco con noi, nel senso che era davvero superiore e si vedeva da come toccava palla. Serviva solo lavorare sul fisico, poichè era un ragazzino molto esile, che aveva poco del giocatore moderno”.
Nella giornata odierna è un giocatore che vale 80 milioni di euro. Si aspettava una simile escalation?
“In questo modo su magari non me lo sarei aspettato, ma per la mentalità con cui era giunto capii che poteva riuscirci. Era un talento mentale, caratteriale. Un ragazzo che dal primo giorno voleva fare il giocatore vero, cercava in ogni allenamento di migliorarsi ed è ciò che ha fatto. Ed nella giornata odierna è un giocatore importante di una delle squadre più importanti al mondo. Il risultato di chi non si accontenta e vorrebbe avere migliorarsi”.
Vi sentite tuttavia?
“Ci siamo sentiti a maggio-giugno della scorsa stagione. Per carattere non mi va di disturbarlo. È corretto che vada avanti per la sua strada. Sento molte volte le sue interviste e ogni volta parla con grande umiltà. E capisco perfettamente perché è giunto ove è giunto”.
Che cosa l’ha colpita maggiormente di lui?
“Nel giro di qualche mese ha imparato l’italiano, sul terreno di gioco aveva una personalità da giocatore vero. Ricordo le prime gare, giocava già da grande. Allorchè sono stato promosso alla guida della Prima squadra del Novara l’ho fatto salire subito, senza che lui soffrisse il salto in avanti. Capitava ogni tanto che non giocasse e nel momento in cui sono tornato ad allenare la Primavera, molte volte veniva da me specie allorchè era dispiaciuto per il fatto che non fosse stato schiarato titolare. “Mister, non gioco. Sono preoccupato’ mi diceva e io a incoraggiarlo”.
Quali sono gli insegnamenti che gli ha dato?
“Un ragazzo con questo talento lo lasciavo libero. Gli avevo ritagliato un ruolo ove doveva esprimere il massimo del suo talento, faceva delle giocate molto difficili, di categoria superiore. Nell’arco della sua carriera ha fatto dei discreti campionati, con Udinese e Sampdoria, ma non gli vedevo fare quelle cose che faceva con noi durante l’allenamento. Per esplodere aveva bisogno di fare le giocate che ha fatto e lo spostamento allo Sporting lo ha aiutato perché ha ripreso a fare quel che faceva con me, giocava in maniera più sua e non era vincolato a discorsi tattici”.
Ha avuto in carriera altri potenziali Bruno Fernandes?
“Ne ho visti di altri talenti nel mio percorso, ma se non c’è la testa che si abbina alla qualità tecnica è molto complicato emergere”.
L’esplosione del giocatore è avvenuta allo Sporting, trampolino di lancio per il Manchester United. Crede che i compiti difensivi che aveva in Serie A ne abbiano frenato l’ascesa?
“Gli è servita per maturazione e crescita. Io pensavo a coltivare il suo talento e non gli davo compiti difensivi ma chiaramente doveva migliorare sotto quell’aspetto e effettivamente con Udinese e Sampdoria correva, rincorreva e ha accresciuto il suo bagaglio da giocatore. Nella giornata odierna sa fare la tattica di difesa, pure se magari gli serve meno. La palestra della Serie A gli è servita per farlo maturare, ma deve essere libero di fare la giocata”.
Nella giornata odierna è un giocatore che vale 80 milioni di euro. Si aspettava una simile escalation?
“In questo modo su magari non me lo sarei aspettato, ma per la mentalità con cui era giunto capii che poteva riuscirci. Era un talento mentale, caratteriale. Un ragazzo che dal primo giorno voleva fare il giocatore vero, cercava in ogni allenamento di migliorarsi ed è ciò che ha fatto. Ed nella giornata odierna è un giocatore importante di una delle squadre più importanti al mondo. Il risultato di chi non si accontenta e vorrebbe avere migliorarsi”.
Image:Getty
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