Altro giro, altra corsa. Altro giorno, altra commissione. In attesa di ricevere gli stimoli che hanno indotto venerdì il giudice Mastrocola a punire la Lazio nel processo sui tamponi (senza penalizzazioni di punti), per dopo procedere con il ricorso, per la società biancoceleste quella odierno sarà una mattinata molto importante. Perché ora mai da quasi un mese, era il 2 marzo allorchè il Torino non venne all’Olimpico, a Formello lavorano per ottenere il 3-0 a tavolino. Che non è stato assegnato in prima battuta dal giudice sportivo, motivo per cui la Lazio ha fatto ricorso. Nella giornata odierna alle 12.30, dinanzi alla Corte sportiva d’appello presieduta da Sandulli, verrà analizzato il ricorso presentato dopo il comunicato del giudice sportivo, Gerardo Mastrandrea, il 12 marzo scorso.
«Vogliamo il 3-0», ha già dichiarato diverse volte pure a TuttomercatoWeb.com l’avvocato biancoceleste Gian Michele Gentile, che ha le carte pronte per il dibattimento. Tutto ruota intorno a quattro parole, causa di forza maggiore, riferita all’impedimento che ha imposto la Asl di Torino ai granata di andare in trasferta nella Capitale in seguito a un focolaio da Covid-19. Il giudice sportivo l’ha riconosciuta e per tale motivo ha imposto la ripetizione della sfida. Il contrario di quanto accaduto in Nations League fra Svizzera-Ucraina il 17 novembre 2020. Gli ospiti non si presentarono perché non ebbero l’autorizzazione della autorità locali e persero 3-0 a tavolino, perché la Uefa non ha ammesso la ‘causa di forza maggiore’.
Ci sono altri due punti intorno a cui gira l’arringa della Lazio. Prima di tutto perché la stessa Asl di Torino, che il 2 marzo ha evitato al Torino di giocare, in concomitanza dell’altra partita fantasma fra Juventus e Napoli avrebbe assunto la posizione opposta: come messo in evidenza da alcuni documenti rivelati da l’Espresso, era difatti favorevole il 4 ottobre allo svolgimento della partita. E in ultima battuta, ma non meno importante, la Lazio contesterà al giudice Mastrandrea il fatto che non si sia potuto esprimere in merito al parere di un’autorità pubblica come l’Asl: lo avrebbe potuto fare se si fosse affidato all’istituto della “disapplicazione” (non l’annullamento) degli atti amministrativi, nel caso in cui – ha spiegato ieri La Repubblica – non li avesse ritenuti conformi alle norme.
Ci sono altri due punti intorno a cui gira l’arringa della Lazio. Prima di tutto perché la stessa Asl di Torino, che il 2 marzo ha evitato al Torino di giocare, in concomitanza dell’altra partita fantasma fra Juventus e Napoli avrebbe assunto la posizione opposta: come messo in evidenza da alcuni documenti rivelati da l’Espresso, era difatti favorevole il 4 ottobre allo svolgimento della partita. E in ultima battuta, ma non meno importante, la Lazio contesterà al giudice Mastrandrea il fatto che non si sia potuto esprimere in merito al parere di un’autorità pubblica come l’Asl: lo avrebbe potuto fare se si fosse affidato all’istituto della “disapplicazione” (non l’annullamento) degli atti amministrativi, nel caso in cui – ha spiegato ieri La Repubblica – non li avesse ritenuti conformi alle norme.
Image:Getty
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