Una beffa? Sà¬, una beffa, ma il calcio è cosà¬. Vince chi fa gol e il Cagliari è cinico abbastanza per sfruttare l’unico tiro in porta della sfida. Un micidiale contropiede che stende proprio a un nulla dal termine un Napoli sଠsprecone, sଠaddormentato per una volta, ma anche colpevole di scelte disgraziate, come quella di cambiare di nuovo otto calciatori da una partita all’altra, o di far giocare Lozano centravanti, o di subire nella prima frazione di gare la superiorità sarda a centrocampo. Detto questo, è vero anche che la ripresa racconta solo di un dominio azzurro e di cinque, sei palle gol chissà come e perchà© mancate.آ Tuttavia sia, frena, il Napoli e l’Inter e la Juve se ne vanno.آ
Otto, si diceva. Anche questa volta otto cambi rispetto all’ultima partita, quella dei quattro gol al Lecce. Ora mai sta diventando un’abitudine più che una necessità , quella di Ancelotti il rivoluzionario. Otto cambi e non è vero che rivoltando la formazione il gioco rimane sempre quello: agile e persino divertente e, tuttavia sia, vincente. No, questa volta, difatti, il Napoli per mezza partita gioca a uno all’a questo punto. Nel senso che se la prende comoda, che va col piede lento. Insomma,آ mai un cambio di passo, un’accelerazione. Monotono, il Napoli nel suo palleggio che raramente finisce con un buon suggerimento per chi sta dinanzi. Per Mertens e Lozano, in maggior misura. L’inedita coppia d’attaccanti corti di giornata, perಠcon un problema.آ
Con Callejon sulla corsia laterale destra e Insigne dall’altra parte, difatti, Lozano non puಠfare ciò che sa fare meglio, cioè l’ala destra, e si ritrova a far la prima punta. Ruolo che gli appartiene poco o nulla. L’altra sofferenza è a centrocampo, ove mancando facoltativamente Fabian e anche Elmas, il Napoli gioca con un mediano e un mediano d’opportunità (Allan e Zielinski) e tuttavia sempre con un uomo in meno rispetto a chi gli sta frontalmente.آ
Bene, per tutto questo, è ovvio che, il Cagliari ringrazia. A modo suo. Aspettando eآ ripartendo. E facendo cose assai più pericolose di quanto non sappia fare la squadra di Ancelotti. Poche cose, è vero, perಠche fanno male. Effettivamente, è Simeone che due volte ha fra i piedi il pallone buono per raffreddare la gente dello stadio. Ma prima Meret, proprio in avvio, gli ruba il tempo e dopo (11’) e Di Lorenzo che con destrezza gli ruba la palla e l’opportunità. Va cosଠla gara. Stancamente avanti. Appena appena illuminata da qualche strappo del Cagliari nel reparto avanzato. Va avanti cosଠper quasi mezz’a questo punto. Sino a allorchè, cioè, pur mostrando gli equivoci di prima (Lozano prima punta e centrocampo a due) il Napoli una mossa se la dà . E sposando la rapidità della giocata con la qualità dei piedi, finalmente confeziona possibilità per far gol. Mario Rui -آ che non certo quello della notte di Champions nonostante Insigne si accentri e gli lasci spazio per la corsa – fa una cosa buona (la giocata) e un’altra pessima (il tiro), mancando il punto da due metri (23’), ma forse era partito anche in fuorigioco; dopo fa gol Insigne, 27’, ma non vale per illecita posizione allorchè tira; dopo tira Zielinski da lontano ma la sua mira non è buona; per questo, 42’, Mertens serve a Insigne un pallone d’oro, ma Olsen rimedia e disperatamente salva tutti murando il capitano azzurro.آ Vero, non è molta roba quella che il Napoli riesce a mettere assieme, ma come minimo prima del riposo si mostra squadra sveglia. Presente alla sfida, insomma.آ
Secondo tempo e la novità è Koulibaly. Con Maksimovc acciaccato ad una coscia, difatti, tocca a lui. Proprio a lui che era rimasto fuori per tirare il fiato. Ma non è certo con Koulibaly che il Napoli puಠcambiare la serata. Deve offrirsi uno scossone collettivo, se non vorrebbe avere lasciare andare l’Inter e la Juve. E se la dà , la mossa. Dopo quarantacinque minuti di colpevole riposo, decide di giocare e per il Cagliari son guai. O, come minimo, rischi seri allorchè Manolas, Di Lorenzo, Zielinski, Koulibaly e dopo Mertens in una dozzina di minuti (dal 53’ al 65’), a questo punto per miracoli di Olsen (in maggior misura su Koulibaly) a questo punto per questione diآ centimetri o sfortuna (due i pali di Mertens) mettono il Cagliari sotto. Ma di brutto. E’ un altro Napoli e siآ vede. Tuttavia oltre, allorchè Ancelotti, finalmente, mette fine alla sfida sbagliata di Lozano e manda LLorente là dinanzi. E dopo anche Milik per Insigne, con Mertens che fa l’esterno destro indiavolato.آ
E Maran? Maran fa ciò che puà². Castro per Rog e Cerri per Simeone. Il tentativo è di guadagnare tempo e spazio con gente un po’ più fresca, ma il Napoli prosegue ad essere padrone del gioco e del pallone. Attacca, il Napoli. Tira. Cerca la rete e il Cagliari, viceversa, è in sofferenza dopo un primo tempo di grande dignità .آ Ma è un Cagliari in agguato. E, difatti, con il Napoli tutto sbilanciato, sa partire forte in contropiede (87’) e allorchè Nandez crossa da destra, Castro è troppo solo per poter sbagliare. Sà¬, anche questo è il calcio. Amarezza e felicità . Ma per il Napoli non si puಠe non si deve parlare soltanto di sfortuna. Questa volta no.
Image:Getty
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